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Le elezioni politiche 2018 in Italia vedono il trionfo del M5S che diventa il primo partito ed è a tutti gli effetti il vero vincitore di questa tornata elettorale. Il partito guidato da Luigi Di Maio conquista infatti oltre il 32% dei voti e stacca tutte le altre forze politiche, ma dovrà fare i conti con l’avanzata del centrodestra a traino Lega. È infatti il partito di Matteo Salvini l’altro vincitore delle urne con il Carroccio che arriva oltre il 18% e stacca di 5 punti Forza Italia. A sinistra invece fa rumore il tonfo del PD di Matteo Renzi che arriva solo al 19,52%, perdendo oltre 6 punti rispetto alle politiche del 2013 sotto la segreteria Bersani e oltre la metà rispetto al 40% delle Europee del 2014. Non va meglio però all’ex dem: LeU infatti arriva a mala pena al 3% con Pietro Grasso che rischia di non entrare nell’emiciclo. In tutto questo però l’Italia non ha una maggioranza per formare un governo.
L’analisi dei dati parte dalla distribuzione geografica del voto che vede il nostro Paese diviso in tre tronconi con il centrodestra vittorioso al Nord, a esclusione del Trentino, un Centro che tradizionalmente di sinistra regge ma non troppo, e il Sud in mano saldamente al Movimento 5 Stelle. Un dato su tutti serve a capire la pesante sconfitta del centrosinistra con Marche e Umbria, Regioni a trazione rossa, che vedono nei collegi uninominali avanti il centrodestra e i Cinque Stelle.
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In attesa dei dati definitivi e con 58.644 sezioni scrutinate su 61.401, i numeri che emergono delineano chiaramente la vittoria dei Cinque Stelle, la tenuta della coalizione di centrodestra e il crollo del PD
Alla Camera, nei collegi uninominali, il centrodestra conquista il 36,97% (11.547.579 di voti) con la Lega al 17,60%, Forza Italia al 14%, Fratelli d’Italia al 4,31%, e Noi con l’Italia-UDC all’1,25%; Il M5S si conferma primo partito con il 32,50% (10.152.937 voti), mentre la coalizione di centrosinistra regista una sconfitta netta con il 23,02% (7.190.849 voti) e il PD che si ferma al 18,83%, seguito dagli altri partiti sotto la soglia del 3% [+Europa 2,56%, Insieme 0,58%, SVP 0,48%, Civica Popolare Lorenzin 0,48%). Va peggio a Liberi e Uguali che raggiunge a mala pena la soglia per entrare in Parlamento con il 3,42% (1.069.682 voti).
Al Senato la situazione è identica. Sempre nei collegi uninominali e con 59.735 seggi scrutinati 61.401, è sempre il centrodestra a farla da padrone con il 37,48% (10.986.827 voti) con Lega al 17,80%, Forza Italia al 14,48%, Fratelli d’Italia al 4,26% e Noi con l’Italia-UDC all’1,19%. Anche a Palazzo Madama il M5S è il primo partito con il 32,10% (9.408.492 voti), segue il centrosinistra al 23,10% (6.773.083 voti) con il PD fermo al 19,21%, + Europa al 2,37%, Insieme allo 0,54%, Civica Popolare allo 0,49% e SVP allo 0,48%. Anche qui LeU sfiora la soglia d’ingresso con il 3,29% (964.760 voti).
Fuori dal Parlamento sia le formazioni di estrema sinistra come Potere al Popolo e CasaPound.
Diversi i risultati per le circoscrizioni Estero che vede alla Camera la lista del PD prima con il 25,75%, seguita dalla coalizione di centrodestra al 21,27%, il M5S al 16,97%, Maie al 10,36% e Usei all’8,23%, con LeU al 5,41% e +Europa al 5,36%.
Per il Senato la lista PD è ancora prima con il 27,21%, la coalizione di centrodestra è al 22,117%, il M5S al 17,31%, Maie al 10,96% e Usei al 7,75, LeU al 5,44% e +Europa al 5,15%.
Il vero dato sarà però quello dei seggi in Parlamento: l’unica certezza è che nessun partito o coalizione ha la maggioranza per formare un governo e che quindi saranno necessari apparentamenti o alleanze perché Sergio Mattarella dia a qualcuno l’incarico di governo.
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