L’ecologista Alexander Van der Bellen ha vinto le elezioni in Austria. A riferire la notizia che sta rimbalzando sui social network sono stati diversi media austriaci per primi, anticipando la comunicazione ufficiale del ministero dell’Interno. In un ballottaggio dominato dall’incertezza, hanno fatto la differenza i voti per posta, grazie ai quali il verde ha sconfitto l’ultranazionalista Norbert Hofer, dato per favorito fino all’ultimo istante, solo per un soffio, registrando una preferenza del 50,3%. Il dato politico è chiaro: un austriaco su due sostiene l’estrema destra. Va ricordato che la presidenza austriaca è soprattutto un ruolo cerimoniale, di rappresentanza esterna, ma ha comunque alcuni poteri importanti, come l’incarico di formare il governo, il potere di accettare o meno la lista dei ministri e di sciogliere il Parlamento. Ecco come si è svolta questa tornata elettorale
Alexander Van der Bellen ha vinto le elezioni presidenziali in Austria, che hanno fatto segnare anche un’affluenza da record del 72,7%. Dopo lo scrutinio di tutti i seggi elettorali l’ultranazionalista Norbert Hofer era ancora in vantaggio (con il 51,93 per cento) sull’ecologista Alexander Van der Bellen. Gli exit poll, che tengono conto dei circa 800mila voti per posta, davano invece Van der Bellen in testa per una manciata di voti.
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IL PRIMO TURNODal momento che nessun candidato ha ottenuto la maggioranza al primo turno, il 22 maggio gli elettori hanno votato di nuovo al ballottaggio. Infatti domenica 24 aprile 2016 gli elettori austriaci si sono recati alle urne per eleggere il nono capo di Stato della storia del Paese, il presidente della Repubblica che prenderà il posto di Heinz Fischer, giunto a scadenza dopo due mandati, e che resterà in carica per i prossimi 6 anni. Sono circa 6,4 milioni i cittadini con diritto di voto chiamati a scegliere il nuovo presidente. A differenza dei sondaggi che davano favorito l’indipendente Alexander van der Bellen che si è fermato al 21,3%, l’ultranazionalista Norbert Hofer, candidato della formazione di estrema destra anti-migranti, ha ottenuto al primo turno il 35,3% dei voti. La candidata indipendente Irmgard Griss, ex presidente della Corte suprema, ha raggiunto il 18,8% delle preferenze. Fermi all’11,2%, e quindi fuori dal ballottaggio, il socialdemocratico Rudolf Hundstorfer e Andreas Khol del Partito popolare.
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ESITO INCERTOSi è trattato del voto più incerto dalla Seconda guerra mondiale, in cui nessuno dei tre candidati preferiti dall’elettorato appartiene ai partiti principali. Il socialdemocratico Heinz Fischer, lascerà l’incarico all’inizio di luglio, dopo avere esaurito il massimo di due mandati di sei anni previsto dalla legge. Al ballottaggio si sono rivelati decisivi i voti per corrispondenza, dunque: sono 800mila e rappresentano il 14 per cento degli aventi diritto.
FUORI I PARTITI STORICIGià dalle prime proiezioni era chiaro come fossero fuori dai giochi i candidati dei due partiti che hanno dominato la politica austriaca negli ultimi 70 anni e che attualmente costituiscono la ‘grande coalizione’ di governo, cioè il Partito socialdemocratico e il Partito popolare.
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Van der Bellen riuscirà a fermare l’avanzata dell’ultranazionalista Hofer, sul quale ha puntato il Fpoe, il partito della Libertà nel quale era nato anche Joerg Haider? Se al primo turno Hofer aveva raccolto il 36 per cento e Van der Bellen il 20, al ballottaggio per il momento è praticamente in parità, con una tendenza alla preferenza per Norbert Hofer, candidato del partito ultranazionalista ed euroscettico Fpö, seguito da leader del partito ecologista e progressista dei Verdi dal 1997 al 2008, Alexander Van der Bellen, che invece nei sondaggi era il favorito. A breve distanza segue la candidata indipendente Irmgard Griss, ex presidente della Corte costituzionale. Fuori dal ballottaggio sono rimasti il socialdemocratico Rudolf Hundstofer, ministro per le Questioni sociali fino al momento della candidatura, e il cristiano-democratico Andreas Khol, 74enne veterano della politica che è stato presidente del Parlamento. E anche l’imprenditore Richard Lugner. Ottantatre anni, è noto in Austria e Germania per il suo programma di reality show, per i suoi cinque matrimoni e le sue numerose relazioni, molte con donne di gran lunga più giovani, e per l’abitudine di ingaggiare volti noti del mondo dello spettacolo per essere accompagnato al ballo dell’Opera di Vienna.
I RIFUGIATI E IL BRENNERO[veedioplatform code=”5e286f0fded6109188881a01a3edc95a”]Queste elezioni presidenziali giungono nel mezzo della crisi dei rifugiati in Europa, di cui l’Austria è diventata uno dei grandi protagonisti data la sua posizione geografica, proprio alla fine della cosiddetta ‘rotta balcanica’. Per questo la campagna elettorale è stata caratterizzata dall’ondata migratoria, che ha trascinato in questo Paese di 8,5 milioni di abitanti circa 100mila rifugiati, soprattutto provenienti da Siria, Afghanistan e Iraq. A differenza dei candidati dei partiti di governo e della indipendente Griss, Van der Bellen respinge la decisione dell’esecutivo di stabilire un tetto al numero richieste di asilo che l’Austria accetterà quest’anno, perché ritiene che questo possa violare la Costituzione. Respinge l’idea del tetto alle richieste di asilo l’ultranazionalista Hofer, ma per motivi diversi: a suo parere si tratta infatti soltanto di un ‘placebo’ per tranquillizzare i cittadini.
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