Per le elezioni regionali 2015 si vota domenica 31 maggio in 7 regioni. Sono circa 17 milioni gli italiani che sono chiamati alle urne e che dovranno cercare di capirci bene tra l’intreccio di alleanze e spaccature, che già si stanno delineando tra i partiti, ma anche all’interno dei singoli gruppi politici. Anche gli esperti di politica hanno notato quello che appare un dato significativo: strane alleanze ed estrema difficoltà, con le quali si sono ritrovati ad avere a che fare i candidati.
Ad analizzare la situazione è in particolare il politologo Alessandro Campi, che insegna storia del pensiero politico all’università di Perugia. L’esperto parla di vere e proprie guerre in corso per definire le liste.
Le strane alleanze
Basta dare un’occhiata allo schema delle alleanze, per vedere come appaia piuttosto difficoltosa la situazione. Per esempio, il PD, che a Roma governa con Alleanza popolare, composta da Nuovo Centrodestra e UdC, ha deciso di non riproporre la stessa formula sul territorio. Nemmeno l’alleanza con SEL può dirsi rispettata, perché in alcune regioni, come la Liguria, la Toscana, le Marche e la Campania, il partito di Nichi Vendola avrà un candidato a parte. Forza Italia e Lega hanno deciso di puntare tutto su Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi.
Esemplare è anche la situazione in Veneto. Qui la Lega si è spaccata: da una parte troviamo il governatore uscente Luca Zaia, dall’altra il sindaco di Verona Flavio Tosi. Il PD ha schierato Alessandra Moretti.
E poi ancora altri intrecci molto complessi. Basti pensare alla Campania, dove i dissidenti di Forza Italia vogliono sostenere Vincenzo De Luca del PD. Nelle Marche il governatore uscente Gian Mario Spacca, ex PD, si ripresenta con il sostegno del centrodestra.
Secondo Alessandro Campi, la situazione è davvero difficile e dimostrerebbe come i partiti, nella loro struttura interna, non sarebbero più in grado di tenere sotto controllo i livelli locali. Rispetto al passato, come fanno notare gli analisti, la situazione è veramente cambiata e, alla luce di queste nuove – strane – alleanze, ci si chiede quale possa essere il risultato finale. Secondo Alessandro Campi, alla fine è chiaro che dovrà delinearsi una prospettiva nazionale, ma sarebbe opportuno che proprio le regionali fossero l’occasione giusta perché i partiti possano affrontare in modo serio questa linea che ha preso la politica locale.