Chiusi i seggi dopo due giornate elettorali in cui i cittadini hanno potuto esprimere la preferenza nel voto regionale. Male l’affluenza: al 41,6% in Lombardia e al 37,2% nel Lazio.
Secondo i trend avanti i candidati del centrodestra. Iniziato lo scrutinio delle schede. Le proiezioni confermano i sondaggi. Le regioni governate dal centrodestra diventano 15.
I seggi si sono chiusi alle 15 dopo due giorni di voto. Secondo i primi exit poll diffusi da Opinio Italia per Rai, avanti i candidati del centrodestra in entrambe le regioni al voto.
In Lombardia il governatore uscente Attilio Fontana, leghista ricandidato dal centrodestra, è dato in netto vantaggio sia sul dem Pierfrancesco Majorino sia sulla ex sindaca di Milano Letizia Moratti. Secondo gli exit poll Fontana sarebbe in una forbice tra il 49,5% e il 53,5%. Majorino della coalizione del centrosinistra, sostenuta anche dal M5S, tra il 33% e il 37%. Mentre molto indietro Letizia Moratti, candidata in una lista civica e sostenuta anche dal Terzo Polo, tra il 9,5% e il 13,5%. In questa regione il centrodestra ha governato negli ultimi 28 anni.
Nella coalizione per Fontana, a trainare in Lombardia è la lista di Fratelli d’Italia al 22,8% secondo le proiezioni di SWG per La7. Secondo partito per numero di consensi ricevuti è il Pd al 21,3%.
Anche nel Lazio nettamente avanti il centrodestra negli exit poll, con Francesco Rocca tra 50,5% e 54,5%. Alessio D’Amato del centrosinistra e Terzo Polo, ex assessore regionale PD alla Sanità, tra il 30% e il 34%. Donatella Bianchi candidata dal M5S tra il 10,5%-14,5%. In questa regione il centrosinistra ha governato negli ultimi dieci anni, per ultimo con il PD Nicola Zingaretti. Con il Lazio diventano così 15 le regioni a guida centrodestra.
Nella coalizione per Rocca, a trainare nel Lazio è la lista di Fratelli d’Italia al 31,5% secondo le proiezioni di SWG per La7. Secondo partito per numero di consensi ricevuti è il Pd al 19,7%.
Secondo i primi dati diffusi dal Viminale, l’affluenza si è attestata intorno al 37,2% nel Lazio, mai così bassa, e al 41,61% in Lombardia. In netto calo rispetto alla precedente tornata elettorale in cui era stata al 66,55% nel Lazio e al 73,8% in Lombardia. Da notare però che le regionali si erano tenute nella stessa tornata delle politiche.
Secondo lo spoglio in corso, dopo le primissime sezioni scrutinate in Lombardia Fontana è avanti al 56%, Majorino al 33% e Moratti al 9%. Nel Lazio Rocca al 47%, D’Amato al 38% e Bianchi al 12%.
Attilio Fontana parla di “vittoria di squadra”, ossia di quella che ha ottenuto in Lombardia con il centrodestra. “Quello lombardo è un risultato abbastanza chiaro, una scelta a favore mia persona e soprattutto della proposta centrodestra”, ha aggiunto sottolineando la sua soddisfazione per essere stato capito dai cittadini.
Majorino, che ha annunciato che lascerà il ruolo di eurodeputato per sedere in consiglio regionale, ha mosso critiche verso il suo stesso partito. “Siamo un caso studio a livello internazionale per aver fatto la consultazione sulla leadership interna durante elezioni così importanti come quelle della Lombardia e del Lazio. Non avere avuto un leader nazionale ci ha costretto a fare di più”, riferendosi al Pd. “Non cerco alibi, ci abbiamo provato”, la chiosa.
Moratti non sarà nel consiglio regionale della Lombardia. Dispiaciuta per i dati sull’affluenza, ha commentato così il voto: “Da qui partirà una proposta politica nuova”.
Da Roma il nuovo presidente regionale Rocca: “E’ stata una corsa breve ma intensa. Prevale ora il senso di responsabilità che è enorme, bisogna risollevare una sanità distante e che mortifica i cittadini. L’astensionismo poi sottolinea che 10 anni di centrosinistra hanno allontanato i cittadini. Ci impegneremo per far tornare fiducia e partecipazione”.
Secondo D’Amato: “I dati di Lombardia e Lazio si somigliano molto”. “I veri sconfitti sono i Cinque Stelle e credo che Conte dovrà riflettere sulle scelte compiute. L’errore è stato il suo: presero il 27% alle scorse regionali, a questo giro potrebbero essere sotto il 10″, ha commentato l’ex assessore. D’Amato ha poi ricordato come la percentuale di voti che verosimilmente otterrà alla fine dello scrutinio, bastò per eleggere Zingaretti nella scorsa tornata.
Bianchi ancora non ha commentato i risultati.
Su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, leader di FdI, ha commentato: “Complimenti a Francesco Rocca e Attilio Fontana per la netta vittoria di queste elezioni regionali, sicura che entrambi daranno il massimo per onorare il voto e il mandato ricevuto dai cittadini di Lazio e Lombardia. Un importante e significativo risultato che consolida la compattezza del centrodestra e rafforza il lavoro del Governo.”
Sui suoi canali social il leader della Lega Matteo Salvini si è limitato a un laconico “Vittoria”. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, esponente di Forza Italia, ha definito le proiezioni come “un successo del centrodestra” e anche un riconoscimento di fiducia nei confronti del governo.
Su Twitter Carlo Calenda, leader di Azione del Terzo Polo, ha evidenziato come “la scelta degli elettori è stata chiara e inequivocabile: vince la destra ovunque. Il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche uniti, neanche nell’ipotetico formato del campo largo”. Parla apertamente di sconfitta e torna poi a riproporre l’idea del “partito unico del centro riformista, libera e popolare”.
Il segretario uscente del Pd Enrico Letta dai suoi canali social definisce “particolarmente complicato” il quadro politico ma cerca di trovare il lato positivo. “Con il vento chiaramente contro, il Pd ottiene un risultato più che significativo, dimostra il suo sforzo coalizionale e respinge la sfida di M5S e Terzo Polo”. Non mancano poi gli attacchi alle altre forze di opposizione, a tratti avversari politici e a tratti alleati, a seconda della regione. “Il tentativo ripetuto di sostituirci come forza principale dell’opposizione non è riuscito. L’Opa contro il Pd ha fatto male a chi l’ha tentata”. Si augura per M5S e Terzo Polo un’opposizione al governo e non al suo partito e sottolinea la magra consolazione di essere “seconda forza politica e primo partito di opposizione”.
Il leader del M5S Giuseppe Conte parla di “risultato non soddisfacente. In linea con le serie storiche dei risultati del M5S nei territori.” Sottolinea poi come secondo il sondaggio di SWG il movimento a livello nazionale sia in crescita.
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