Le elezioni di settembre 2022 si svolgeranno con il Rosatellum. Ecco come funziona la legge che prevede un sistema misto.
Le prossime elezioni si terranno il 25 settembre 2022. Dopo le dimissioni di Draghi, infatti, dovrà essere delineato il nuovo Governo. Il sistema che sarà utilizzato per questa nuova chiamata elettorale è il Rosatellum, che prevede un sistema misto in cui un terzo dei seggi di Senato e Camera sono eletti attraverso il sistema maggioritario, mentre con il sistema proporzionale sono eletti i due terzi restanti.
Elezioni settembre mediante Rosatellum: il funzionamento della legge
Il Rosatellum è la legge sulla quale si baseranno le prossime elezioni di settembre. Come vi anticipavamo, si tratta di una legge che prevede un sistema misto, basato sull’uso del maggioritario per l’elezione di un terzo dei seggi di Camera e Senato e del proporzionale per procedere all’elezione dei restanti due terzi.
Questa legge, come ricorderete fu usata anche per nel 2018, anche se – a differenza di quattro anni fa – il numero di parlamentari da eleggere è stato diminuito, a seguito del taglio voluto dal Movimento Cinque Stelle.
Pertanto, nello specifico, alla Camera saranno eletti 400 parlamentari, al posto di 630 e al Senato 200, invece di 315. Il Rosatellum fu introdotto, nel 2017, da Ettore Rosato, dal quale prende il nome.
L’assegnazione dei seggi
La norma prevede che 147 dei 400 seggi della Camera vengano assegnati negli uninominali: lo stesso vale anche per 74 dei 200 previsti per il Senato. Le coalizioni e i partiti possono presentare solamente un candidato: il vincitore è colui che batte l’avversario anche con un solo voto in più.
L’impostazione cambia per la quota restante, composta – nello specifico – da 245 seggi alla Camera e 122 al Senato, la quale viene eletta secondo il sistema proporzionale. Agli eletti all’estero sono destinati i seggi mancanti, ossia quattro per Palazzo Madama e Otto per Montecitorio.
Al Parlamento si accede mediante una soglia di ingresso, fissata al 3% ed è uguale sia per Camera che per Senato. Per le coalizioni, invece, la soglia è incrementata – su base nazionale – al 10%.
Il Presidente del Consiglio, invece, non viene eletto dai cittadini: sarà, infatti, il Presidente della Repubblica a scegliere il nuovo primo ministro e i parlamentari eletti dovranno, invece, votare la fiducia al nuovo premier.
I cittadini eletti dall’estero sono suddivisi in quattro collegi: Europa, America Meridionale, America Settentrionale e centrale, Africa, Asia, Oceania e Antartide. Tali collegi sono plurinominali, pertanto i voti sono ripartiti mediante sistema proporzionale tra le liste.