Elezioni: Verdi e Sinistra Italiana disertano la riunione con Enrico Letta. Cambiate le condizioni per i due partiti, dopo l’accordo con Azione.
Sinistra Italiana e Verdi hanno disertato la riunione con Enrico Letta. I due partiti hanno espresso la propria contrarietà all’accordo stipulato tra Letta e Calenda che, per entrambi, avrebbe cambiato le condizioni e, pertanto, richiedono più tempo per valutare la situazione ed elaborare le proprie riflessioni.
Il patto stretto tra Partito Democratico e Azione potrebbe far saltare l’accordo tra Europa Verde Sinistra Italiana e con Luigi Di Maio. Sinistra Italiana e Verdi non si sono presentati alla riunione con Letta, in quanto – dopo che quest’ultimo ha stabilito un accordo con Carlo Calenda – avrebbe cambiato le condizioni.
Per questo motivo, richiedono più tempo per elaborare le proprie valutazioni in merito. Calenda, però, ha espresso una posizione chiara, dicendo ‘no‘ a qualsiasi negoziazione del patto stipulato con il Partito Democratico.
Europa Verde e Sinistra Italiana, però, chiedono proprio questo: una rinegoziazione del patto Letta-Calenda al fine di accordare tutte le parti. Come sottolinea lo stesso Calenda, Azione non ha alcuna intenzione di fare ciò, pertanto, alla base del patto resterà l’agenda Draghi, come stabilito fin dal primo momento.
Luigi di Maio, leader di Impegno civico, sottolinea che è stato concesso troppo a Calenda attraverso il patto e che il proprio partito “pretende rispetto e parità di trattamento“, principi base per il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, senza i quali non si può parlare di una coalizione.
Arriva, poi, l’attacco di Alessandro Di Battista nei confronti dell’ex compagno di partito, per il quale spende dure parole: “Trasformista, disposto a tutto, arrivista, incline al più turpe compromesso pur di stare nei palazzi“, che da sempre, come lui stesso sottolinea, ha sempre detestato il PD.
Secondo Di Battista, dunque, a Di Maio interesserebbe solamente la poltrona. Di Battista, inoltre, parla anche di Calenda il quale, secondo la sua opinione, fino a poco tempo fa soffriva di “orticaria” nel momento in cui si pronunciava il nome di Luigi Di Maio e ora resta “zitto e buono“, in quanto ha ottenuto ciò che aveva chiesto, ossia “poltrone su poltrone“.
E fa una riflessione sulla politica italiana, dicendo che è stata trasformata a un ufficio di collocamento.
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