Con lo scrutinio delle schede che prosegue ed ha ormai superato il 90%, si delinea una per certi versi clamorosa vittoria della coalizione di Centrodestra nelle elezioni in Svezia, eclatante per l’altissimo consenso incassato dal partito di estrema destra.
Di fatto l’elettore si trovava a scegliere fra due blocchi contrapposti ed entrambi formati da quattro forze politiche: da un lato il Centrosinistra guidato dalla premier uscente Magdalena Andersson, dall’altro il Centrodestra con la sorpresa Democratici Svedesi di Jimmie Akesson.
Elezioni Svezia: gli exit poll
Come detto l’esito non è ancora definitivo e per avere il completo conteggio dei voti, compresi quelli inviati tramite mezzo postale e di coloro che risiedono all’estero, bisognerà attendere probabilmente fino a mercoledì.
Per quanto emerge finora, con oltre il 90% delle schede depositate nelle urne scrutinate, il Centrodestra sarebbe in leggerissimo vantaggio sul Centrosinistra. Attualmente si stima un distacco tra le due coalizioni di appena 50 mila voti.
Primo partito risulterebbe quello della premier uscente Magdalena Andersson: i Socialdemocratici staccherebbero abbastanza nettamente gli altri partiti e otterrebbero il 30% circa di preferenze.
Segue in seconda posizione la sorpresa di queste elezioni: il partito di estrema destra Democratici Svedesi di Jimmie Akesson che sarebbe stato votato dal 20% degli elettori. A stretto giro si ha il gruppo dei Moderati, il partito di destra moderata e liberale svedese, condotti da Ulf Kristersson con una proiezione di 19 punti.
Quindi nonostante il primo partito sia del Centrosinistra, la somma delle formazioni che compongono le due coalizioni contrapposte darebbe la vittoria al Centrodestra.
La sorpresa: i Democratici Svedesi
Socialdemocratici e Moderati costituiscono i due storici partiti in lotta per il premierato ed i loro ampi consensi rientrano, si potrebbe dire, nella normalità. A sorprendere perfino gli analisti è stata la vertiginosa ascesa del gruppo di estrema destra Democratici Svedesi, che potrebbe diventare il secondo partito del Paese, se si confermasse l’esito che lo vuole votato da un cittadino su cinque.
I Democratici Svedesi nascono come partito neonazista, quindi con una ideologia fortemente di destra e post-fascista.
Tuttavia il leader del gruppo, Jimmie Akesson, si è dato molto da fare per scrostare questa patina di autoritarismo anti-istituzionale. Akesson proviene dalle fila del Partito Moderato che abbandona nel 1995 per entrare a far parte dei Democratici Svedesi, di cui diviene segretario nel 2005.
Il cammino di istituzionalizzazione e moderazione del gruppo politico da parte di Akesson ha visto anche l’espulsione dei quadri più radicali di dirigenza e militanti, la negazione esplicita della vicinanza ideologica del partito al nazi-fascismo e la modifica dello stesso simbolo elettorale, che dal contenere una fiamma è passato a rappresentare un fiore.
La ricompensa per queste scelte è stata innanzitutto nelle urne, con il partito in costante crescita fino al risultato inaspettato di domenica.