Elezioni Umbria: trionfo Lega, salta l’alleanza Pd-M5s?

Si sono concluse con una nettissima vittoria del centrodestra le elezioni regionali in Umbria di domenica scorsa: la leghista Donatella Tesei è la nuova Governatrice della Regione Umbria, regione storicamente governata da giunte di sinistra. Con il 57,55% dei voti la candidata del centrodestra infligge una sonora sconfitta al candidato dell’alleanza civica Pd-M5s Vincenzo Bianconi, che con il 37,48% delle preferenze viene staccato di 20 punti dalla senatrice della Lega. L’Umbria dunque per la prima volta dopo 50 anni cambia colore, e da rossa diventa blu.

Elezioni Umbria: i risultati dei partiti

Con il 36,95% delle preferenze e 86 Comuni conquistati su 92, la Lega di Matteo Salvini stravince le elezioni regionali in Umbria, trascinando il centrodestra ad una vittoria che gli stessi esponenti del centrodestra hanno definito storica. Ottima la prova anche di Fratelli d’Italia: il partito di Giorgia Meloni con il 10,40% è infatti l’unico partito a crescere rispetto alle percentuali delle passate europee in Umbria e si colloca così al terzo posto, superando il M5s. Tiene Forza Italia, che rispetto alle passate europee perde un solo punto percentuale registrando un 5,50% di consensi.

Dalla parte dei vinti, la sconfitta più sonora è senza dubbio per il Movimento 5 stelle, che con il 7,41% dei voti fa registrare un vero e proprio tracollo: consensi dimezzati rispetto alle scorse europee – 14,6% in Umbria – e drasticamente in calo rispetto alle politiche del 4 marzo 2018, in occasione delle quali il M5s si era posizionato al primo posto con il 27,5% dei consensi in Regione. Sconfitta anche per il Partito democratico di Nicola Zingaretti, anche se di minori proporzioni: con il 22,33% delle preferenze il Pd perde poco meno di due punti percentuale rispetto alle scorse europee in Umbria. Se si considera anche la scissione di Italia Viva il fatto di aver mantenuto una percentuale di voti superiore al 20% può essere considerato un discreto risultato.

L’alleanza civica tra Pd e Movimento 5 stelle non ha dunque portato i frutti sperati, anzi è stata bocciata da entrambi gli elettorati, in particolar modo da quello grillino, per il quale l’alleanza non ha giovato alla credibilità del partito. Per quanto riguarda i vincitori, Matteo Salvini si consacra definitivamente come leader del centrodestra, nei confronti del quale sembra aver adottato una strategia di maggior inclusione.

Dato incoraggiante infine quello dell’affluenza alle elezioni da parte dei cittadini umbri – superiore al 64% – segnale della voglia di votare da parte dei cittadini.

Sconfitta Pd-M5s: le possibili conseguenze

La batosta elettorale subita in Umbria da Pd e 5 stelle a questo punto può aprire diversi scenari: se il governo almeno fino alle prossime elezioni in Emilia-Romagna non sembra essere a rischio, a saltare molto probabilmente sarà proprio l’alleanza tra Pd e M5s alle prossime regionali, in occasione delle quali i due partiti potrebbero presentarsi separatamente. Su questa ipotesi al momento stanno riflettendo i leader delle due formazioni: se il capo politico dei 5 stelle Luigi Di Maio sembra chiudere definitivamente a questo genere di soluzioni – “questo esperimento non è più praticabile, il M5s va meglio quando corre da solo” – il segretario del Pd Nicola Zingaretti afferma che l’alleanza con il M5s andrà verificata “territorio per territorio”.

Dei risultati delle elezioni in Umbria potrebbe risentirne anche la manovra economica, sulla quale Luigi Di Maio continua a chiedere chiarimenti. Lo stesso Di Maio peraltro in queste ore è al centro di una serie di valutazioni da parte della base e dei parlamentari grillini, dopo che il M5s sotto la guida dell’attuale Ministro degli Esteri ha perso praticamente tutte le elezioni successive alle politiche del 4 marzo.

Nel frattempo dal centrodestra si continua a ribadire la valenza nazionale del voto umbro e a chiedere le dimissioni dell’attuale governo giallorosso: un’eventuale caduta del governo Conte Bis infatti coinciderebbe molto probabilmente con la fine dell’attuale legislatura e permetterebbe agli italiani di tornare a votare.

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