L’Fbi ha riaperto le indagini sul server di posta elettronica utilizzato da Hillary Clinton quando era segretaria di Stato. Lo rende noto il direttore James Coley che ha pure spiegato, in una lettera spedita al presidente del Comitato repubblicano alla Camera, che il Federal Bureau indagherà su nuove email per determinare se contengano informazioni ritenute ‘classified’, cioè segrete, aggiungendo che non è chiaro quanto sia significativo il nuovo materiale. “Non si può prevedere quanto tempo ci vorrà per completare questo lavoro supplementare”, ha aggiunto. Si tratta certamente di un duro colpo per la candidata democratica alle presidenziali Usa, a soli 10 giorni dal voto, ma Hillary Clinton ha contrattaccato in maniera decisa, invitando l’Fbi a diffondere tutte le nuove informazioni raccolte in merito al caso delle e-mail e dei server privati usati dalla stessa candidata per comunicare. “Il popolo americano – ha detto parlando con i giornalisti – merita di conoscere pienamente tutti i fatti” e “sono certa che le nuove email non cambieranno le conclusioni a cui è già arrivata l’Fbi a luglio”, ha sostenuto.
Le nuove mail che l’Fbi sta esaminando in relazione all’uso di un server privato da parte di Hillary Clinton quando era segretaria di Stato sono state scoperte dopo che il Federal Bureau aveva sequestrato i dispositivi elettronici appartenenti all’aiutante di Clinton, Huma Abedin, e di suo marito Anthony Weiner. Lo rende noto il New York Times citando funzionari di polizia. Le nuove e-mail non provengono quindi dal server privato usato dalla candidata democratica quando era segretaria di Stato. Ma secondo il quotidiano, si tratta di un’indagine su messaggi di testo inviati a una adolescente in North Carolina da Anthony Weiner.
Una tegola sulla candidata democratica che, in vantaggio da giorni, vede rallentare la sua corsa alla Casa Bianca. Un assist invece per il rivale repubblicano Donald Trump che esulta e parla di un “grande giorno perché finalmente è fatta giustizia”. Per correre ai ripari la campagna di Hillary Clinton ha chiesto al direttore dell’Fbi di rivelare “immediatamente” i dettagli delle nuove email. “Il direttore dell’Fbi deve rendere pubblico immediatamente il contenuto di questa lettera inviata a otto presidenti dei Comitati repubblicani. È straordinario che vediamo qualcosa di simile a pochi giorni da un’elezione presidenziale”, ha dichiarato il capo della campagna John Podesta.
Lo scandalo delle email era scoppiato nel 2015 quando i media rivelarono che, durante i suoi quattro anni nel Dipartimento di Stato, Clinton usò un account di posta personale per le sue comunicazioni con un server privato. L’ex First lady ha poi ammesso che “sarebbe stato più intelligente usare un account ufficiale” nel corso delle oltre tre ore di interrogatorio nel quartier generale dell’Fbi nel luglio scorso quando aveva consegnato circa 55mila pagine di email legato al suo impiego come segretaria di Stato perché fossero pubblicate. Ma il caso aveva sollevato dubbi sul fatto che informazioni segrete del governo furono usate indebitamente su un account personale. Il Dipartimento di Stato aveva identifica altre 2.100 email con informazioni confidenziali, assicurando comunque che molte di loro non erano considerate ‘classified’, segrete, al momento dell’invio. A luglio l’Fbi aveva poi di fatto archiviato il caso e, pur criticando la grave negligenza dell’allora segretaria di Stato per l’uso di un server privato, aveva escluso responsabilità penali.
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L’ultimo capitolo di questa storia lo ha segnato Barack Obama che si è schierato in difesa di Hillary Clinton, criticando la decisione dell’Fbi di rendere nota la nuova inchiesta sulle email dell’ex segretario di Stato contro il parere del dipartimento di Giustizia, e chiarendo che “Fbi aveva già deciso che su Hillary non c’era nulla di perseguibile”, e ancora “Penso che ci sia una regola secondo cui quando ci sono indagini non dobbiamo agire sulla base di insinuazioni, di informazioni incomplete, di fughe di notizie. Dobbiamo agire sulla base delle decisioni che vengono prese”, ha ammonito, ricordando che nel caso della Clinton “la conclusione dell’Fbi, del dipartimento di Giustizia e di ripetute indagini del Congresso è che ha fatto alcuni errori, ma che non c’era nulla di perseguibile”. Per Obama le email di Hillary sono diventate una controversia politica. “Io credo in lei. Il destino del mondo è nelle nostre mani: non possiamo permetterci Trump presidente”, Hillary è la nostra “unica speranza”, ha affermato, ribadendo che Hillary Clinton “viene trattata diversamente rispetto a tutti gli altri candidati” solo perché è una donna: “Ha commesso degli errori? Certamente, ne ho commessi anche io. Non c’è nessuno che, nell’arena pubblica per 30 anni, non commetta errori. Lei di fondo è una persona buona e per bene. Sa quello che fa e sarà un presidente eccellente”, ha assicurato il presidente uscente facendo campagna per Hillary a Columbus, in Ohio. “Rifiutate il cinismo, rifiutate la malignità, scegliete la speranza, votate”, ha esortato il presidente degli Stati Uniti.
E mentre i Repubblicani parlano di possibile richiesta di impeachment, nel caso fosse eletta, i guai per la Clinton non finiscono: l’Fbi sta continuando ad indagare anche sulla fondazione di famiglia e sui suoi presunti rapporti privilegiati con alcuni donatori stranieri quando lei era segretario di Stato.