Il mondo è in trepidante attesa del risultato della tornata elettorale del 3 novembre per l’elezione del 46° Presidente degli Stati Uniti. Lo stesso giorno, però, negli Usa i cittadini sono stati chiamati ad eleggere anche i propri rappresentati al Congresso e ad esprimersi in merito ai referendum su aborto, droghe, diritti dei lavoratori e degli elettori.
Il voto odierno riguarda infatti il rinnovo della Camera con tutti i suoi 435 seggi (l’ultima votazione fu nel 2018, quando i dem strapparono ai repubblicani la maggioranza) e un terzo del Senato, ovvero 33 seggi sui 100 totali, attualmente controllato dai repubblicani.
Il volto, la storia e le parole dei due candidati alla presidenza, Joe Biden e Donald Trump, sono celeberrimi. Meno conosciuti sono invece quelli dei candidati al Congresso (eccezion fatta per qualche eccellenza, come la giovane Alexandria Ocasio-Cortez). I candidati però rappresentano il vero volto dell’America, con tutte le sue contraddizioni: per esempio, la cospirazionista pro-Trump Marjorie Taylor Greene e la transgender Sarah McBride.
Sara McBride è la prima donna transgender nella storia degli Stati Uniti eletta al Senato. 30 anni, originaria del Delaware, ha ottenuto l’86% nelle votazioni anticipate. “A chiunque abbia paura che la sua verità e i suoi sogni si escludano a vicenda, sappia che il cambiamento è possibile. Sappiate che la vostra voce conta, sappia che anche voi potete fare questo”, ha scritto su Twitter dopo aver votato. McBride ha poi ringraziato sul social i suoi elettori: “Ce l’abbiamo fatta, abbiamo vinto. Grazie, grazie, grazie“.
Il Delaware comunque di certo non si può definire retrogrado: insieme a McBride, ha eletto anche due senatori afroamericani dichiaratamente gay, i deputati democratici Ritchie Torres e Mondaire Jones. “Grazie. Stanotte abbiamo scritto la storia“, ha twittato il 32enne Torres.
Dall’altro lato, invece, c’è Marjorie Taylor Greene, debuttante nel mondo della politica e attivista del movimento cospirazionista QAnon, eletta alla Camera dei Rappresentanti in Georgia. Definita la “futura stella repubblicana” da niente meno che l’attuale Presidente Trump, Greene è una fedelissima del tycoon. Soprattutto perché il movimento QAnon è convinto che Trump stia conducendo una guerra segreta contro un culto liberale globale di pedofili adoratori di Satana.
La 46enne ha surclassato gli altri candidati al grido di “Salva l’America, fermare il socialismo”, slogan del suo video promozionale dove Green imbraccia un fucile semiautomatico per fare fuoco contro i “terroristi Antifa” e il Green New Deal.
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