Alla corsa elettorale alla Casa Bianca non partecipano solo i due candidati Hilary Clinton e Donald Trump. Alle elezioni USA ci sono ben una trentina di outsider tra i quali alcuni presenti in tutte le liste nazionali e in grado di spostare migliaia di voti.
Il primo fra tutti questi candidati meno conosciuti ma comunque in grado di raccogliere il consenso di molti elettori è Gary Johnson del Libertarian Party, ex governatore del New Mexico con i repubblicani. Nel suo programma elettorale propone una politica liberale caratterizzata da una bassa ingerenza statale, libertà di mercato ma anche delle armi e soppressione del welfare, ma nello stesso tempo la liberalizzazione delle droghe leggere, le unioni civili e la riduzione delle spese militari. Quindi si pone a metà tra le idee del Partito Repubblicano e quelle del Partito Democratico. Johnson ha però mostrato qualche lacuna in politica e geografia estera: famoso il video in cui compare e, a una domanda sulla Siria, risponde “Aleppo? Cos’è Aleppo?”. Per ora i sondaggi dicono che raccoglierà il 6 % di preferenze ma comunque potrebbe essere un candidato decisivo nello spostare voti perché il suo nome è presente nelle liste di tutti gli stati degli USA.
Gary Johnson del Libertarian Party – Wikimedia Commons CC BY 3.0 foto di Gage Skidmore
Altra candidata che potrà essere determinante nella partita per l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti è il medico e leader del Green Party Jill Stein, anch’essa presente come Johnson in tutte le liste nazionali. Sostenuta anche da alcuni personaggi pubblici come l’attrice Susan Sarandon, che ha dichiarato di votare lei al posto della Clinton, la Stein propone una politica tutta incentrata sull’ambiente. Il suo programma prevede la riduzione delle emissioni di CO2, la sostenibilità dei trasporti, no OGM, la promozione delle energie rinnovabili contro quelle nucleari e fossili con l’obiettivo di raggiungere entro il 2030 un approvviggionamento al 100% green per il suo Paese.
Jill Stein del Green Party – Wikimedia Commons CC BY 3.0 foto di Matt A. Johnson
Gli altri candidati in corsa sono più “locali”, non essendo presenti in tutte le liste di tutti gli stati ma sono comunque in grado di spostare voti: Evan McMullin, agente CIA e mormone, candidato indipendente alle presidenziali, che raccoglie il consenso molti elettori di Trump e che è dato favorito nello Utah; l’avvocato Darrel Castle, più a destra rispetto a Johnson e accanito oppositore ai musulmani e alla legalizzazione delle droghe; Princess Khadijah Jacob Fambro del Revolutionary Party; Rocky de la Fuente del Reform Party; Tom Hoefling dell’America’s Party; Emidio Soltysik del Socialist Party Usa; Lynn Kahn; Joseph Maldonado; James Hedges, pro proibizionismo; Dan Vacek, pro marijuana; infine Kyle Kopitke e Rod Silva del Nutrition Party.
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