Una tragedia nella tragedia. L’incidente dell’elicottero del 118 caduto in Abruzzo ha avuto un bilancio terribile: sei le vittime, nessun sopravvissuto allo schianto. Tra di loro, due volontari tra i primi ad arrivare con i soccorritori all’hotel Rigopiano, il medico Walter Bucci e il componente del Soccorso Alpino Davide De Carolis: uomini che hanno dato la loro vita per salvare una persona in difficoltà che, per una sorte crudele, è perito nello stesso incidente. Ora la magistratura cercherà di capire cosa è successo e perché quell’elicottero si è schiantato al suolo: le inchieste cercheranno di determinare le cause dell’incidente, dando così una risposta alle famiglie di questi “eroi quotidiani”, che ogni giorno rischiano la vita per salvare le nostre.
L’incidente è avvenuto nel pieno dei soccorsi all’hotel Rigopiano, colpendo una zona da giorni alle prese con una continua emergenza. Non sono mancate le polemiche, come già per la tragedia dell’hotel: il web ha reagito malissimo alla notizia, dando la colpa di tutto allo sciatore, poi morto nello schianto, “colpevole” di essere andato a sciare mentre si scavava ancora tra le macerie della valanga.
La realtà però è molto diversa. Anche senza voler fare discorsi sulla morale o meglio l’immoralità di colpevolizzare un morto, sono gli stessi fatti a smentire tutti i commenti fuori luogo: l’incidente è avvenuto a Campo Felice, località sciistica sotto il comune di Rocca di Cambio, in provincia dell’Aquila. L’hotel Rigopiano si trova invece a Farindola, provincia di Pescara, a circa 100 km di distanza. L’intervento dell’elicottero è stato richiesto dal medico presente sulla pista da sci: la vittima era già stata soccorsa e aveva bisogno di cure specialistiche. Da qui la chiamata all’elisoccorso.
Le vittime
Sei le vittime dell’incidente all’elicottero del 118 in Abruzzo: cinque membri dell’equipaggio e il paziente soccorso.
Walter Bucci, 57 anni, è il medico dell’equipaggio dell’elisoccorso deceduto nello schianto. Cardiologo specializzato in emergenza sanitaria, era in servizio al 118 dell’Aquila. Originario di Rocca di Cambio (AQ), dove si trova la località sciistica di Campo Felice: lascia moglie e figlia. Tra i primi ad arrivare all’hotel di Farindola, avrebbe dovuto essere di riposo il giorno dell’incidente, ma, vista l’emergenza, era tornato in servizio facendo un cambio turno.
Davide De Carolis, 40 anni, di Teramo, era membro del Soccorso Alpino, tra i primi a raggiungere l’hotel Rigopiano dopo essere stato bloccato per due giorni dalla neve nel comune dove abitava. Consigliere comunale di Stefano di Sessanio (L’Aquila), qui si era trasferito per vivere la sua passione per la montagna: gestore di rifugi montani, lascia moglie e figlia. De Carolis aveva fatto parte anche dei soccorsi per il terremoto di Amatrice.
Giuseppe Serpetti, 59 anni, era l’infermiere a bordo dell’elicottero caduto. Di stanza all’ospedale San Salvatore de L’Aquila, spesso era di turno con l’elisoccorso. Originario di Arischia (AQ), lascia moglie e due bambine piccole, di 7 e 3 anni. Amici e parenti amavano chiamarlo “Zio Peppone”, un po’ per la stazza, ma soprattutto per la bontà d’animo e la gentilezza che ha sempre dimostrato verso il prossimo.
Mario Matrella, 42 anni, era il tecnico di volo, esperto del verricello (la macchina che si usa per sollevare le persone all’interno dell’elicottero). Di Foggia ma residente a Putignano (BA), lascia moglie e 4 figli. Dipendente della Inaer Aviation spa, la società che aveva vinto l’appalto per l’elisoccorso dell’ospedale aquilano, era un componente del soccorso alpino, stazione ‘Gargano’.
Gianmarco Zavoli, 46 anni, era il pilota dell’elicottero precipitato, l’Augusta modello Aw139. Originario di San Giuliano a Mare, (Rimini), dove viveva, lavorava spesso in Abruzzo per la Inaer, società che fornisce elicotteri e piloti al 118. Amato e conosciuto in città, era appassionato di ciclismo, ed era iscritto alla Cicli Matteoni, il suo team amatoriale.
Ettore Palanca, 50 anni, di Roma, era lo sciatore che si era infortunato sulla pista da sci. Chef con una lunga esperienza, lavorava presso il ristorante al primo piano dell’Hotel Rome Cavalieri, l’Uliveto: si era fratturato tibia e perone ed è per quello che il medico aveva chiamato l’elisoccorso. Lascia una moglie e un figlio.
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