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Si colora ancora più di giallo il caso di Elisa Claps, con le ultime notizie che arrivano riguardo alla storia dell’omicidio. La Procura lucana ha iscritto nel registro degli indagati un uomo, con l’accusa di omicidio. Si tratta di un amico intimo di Anna Esposito, una poliziotta che si è occupata del caso della morte della ragazza. Anna Esposito era molto brava e nel 1999 ottenne il ruolo di dirigente della Digos, nella divisione delle operazioni speciali. Si sospettava che Anna si fosse tolta la vita, a partire dal giorno del ritrovamento del suo corpo.
Adesso, invece, le indagini vanno in un’altra direzione. Già a quell’epoca il suicidio di Anna sembrò piuttosto atipico. Ora si indaga sulla pista di omicidio passionale. L’uomo di Potenza, adesso indagato, è stato l’ultimo a vederla viva, secondo ciò che è risultato dai tabulati telefonici e da alcune testimonianze. Anna Esposito, pochi giorni prima di morire, aveva chiesto un appuntamento con Gildo Claps, il fratello di Elisa. Aveva detto che voleva assolutamente parlargli.
Che cosa avesse da dirgli non si sa, ma la madre della poliziotta ha riferito che in quei giorni la figlia era inquieta. Evidentemente era ad un passo dallo scoprire una verità importante sulla scomparsa di Elisa. I rapporti con l’uomo di Potenza ora indagato allora erano piuttosto turbolenti: Anna Esposito a quanto pare non si è suicidata, ma è stata uccisa, come dimostrerebbero le impronte dell’uomo ritrovate sulla cintura che stringeva il collo della poliziotta.
Il caso Claps
Elisa Claps, nata a Potenza nel 1977, scomparve quando aveva 16 anni nella sua città natale. Di lei non si seppe più niente a partire dal 12 settembre del 1993. Per 16 lunghi anni la ragazza non fu più ritrovata e alla fine fu scoperto il suo cadavere nel sottotetto di una chiesa. Il responsabile del delitto sarebbe Danilo Restivo, che, proprio nel periodo in cui non sapeva niente di Elisa Claps, era stato giudicato colpevole anche del delitto di una donna nel Regno Unito. Per questo fatto era già stato condannato all’ergastolo. Già dall’inizio i sospetti erano ricaduti su Restivo, che aveva tentato di corteggiare Elisa senza successo. L’8 novembre del 2011 è iniziato il processo di primo grado nei confronti di Danilo Restivo e l’11 novembre di quello stesso anno Restivo venne condannato a 30 anni di carcere. Nel 2013 si è concluso il processo d’appello con la conferma della condanna.
La madre di Elisa Claps da tempo aveva puntato il dito contro il ragazzo e aveva esortato gli inquirenti a fare chiarezza sul suo ruolo. Nel corso delle indagini si era scoperto che Restiva aveva un’abitudine insolita: tagliare di nascosto ciocche di capelli con un paio di forbici a giovani donne. Alcune amiche di Elisa raccontarono che Restivo era solito ottenere appuntamenti dalle ragazze con la scusa di offrire loro dei piccoli doni; a quanto pare, dopo i rifiuti delle giovani, era capace di diventare molto aggressivo. Una delle prove decisive che inchiodò Restivo fu costituita dalle tracce del suo dna ritrovate sulla maglia che Elisa indossava quando fu uccisa.
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