Elisabetta Franchi risponde alle critiche social dopo il discorso fatto sull’assunzione di sole donne dagli anta in su.
Le sue parole hanno innescato una bufera sui social, ma Elisabetta Franchi tiene a chiarire il suo punto di vista in merito all’assunzione di donne dagli anta in su, già sposate, con figli o divorziate: “Nella moda ritmi serrati, non tutte ce la fanno“.
Elisabetta Franchi risponde alle critiche dopo il suo discorso
Elisabetta Franchi ha risposto alle critiche, ricevute sui social, dopo il discorso fatto nell’incontro organizzato da Il Foglio. Molti si sono scagliati contro di lei sui social e sulla sua visione delle donne in relazione al mondo del lavoro. La stilista ha dichiarato di assumere solo donne sugli “anta“, in quanto già avevano compiuto il proprio percorso di vita, fatto di matrimonio, figli ed eventuale divorzio. Pertanto, si possono dedicare completamente alla loro professione.
E, dopo la bufera social che si è scagliata su di lei, la stilista ha cercato di chiarire il suo punto di vista:
“Riconosco di essermi espressa in modo inappropriato, ma i fatti, parlano chiaro: nella mia azienda su 300 dipendenti, l’80% sono donne, di cui la maggioranza e under 40, e le donne manager sono il doppio degli uomini. In sostanza ho assunto piu donne che uomini e per la maggior parte giovani“.
Il suo punto di vista non cambia
Secondo quanto riporta Il Messaggero, nonostante la Franchi abbia voluto snocciolare, al meglio, il proprio punto di vista, la sua posizione resta immutata: “È purtroppo un dato di fatto – come mostrano i numeri di Camera della Moda e Confindustria – e la mia stessa personale esperienza come capo d’azienda quanto sia ancora disseminata di ostacoli l’ascesa professionale delle donne verso ruoli apicali, anche nel settore della moda“.
La stilista, inoltre, sottolinea come il mondo variegato del fashion richieda una consacrazione che può comportare a notevoli rinunce sul piano personale e familiare, anche di notevole portata:
“Lavorare nel mondo della moda richiede disponibilità, reperibilità, ritmi serrati, dedizione e spesso tutto ciò coincide con grandi rinunce riguardo alla propria sfera privata, quelle che io per prima come capo d’azienda ho dovuto fare per garantire continuità e presenza al lavoro“.
La stilista è a capo di un’azienda che fa leva su 1100 negozi multimarca e 87 monomarca, ubicati in diverse parti del mondo, con un fatturato di 129 milioni di euro. La fashion designer aggiunge in un comunicato:
“Non tutte le donne possono affrontare questi sacrifici, anche per l’impossibilita per molte di loro, pur volendo, di rientrare al lavoro dopo la maternità, per mancanza di supporti famigliari e sociali che impedisce loro di proseguire con successo il proprio percorso professionale. Di fatto le donne sono – tuttora – costrette a scegliere tra l’essere madri ed essere donne lavoratrici“.