Qual è l’elisir di giovinezza? La riposta va cercata nel sangue. Lo hanno confermato tre studi differenti pubblicati su Nature Medicine: due di questi condotti ad Harvard e uno frutto della collaborazione tra la University of California, San Francisco e la Stanford University. Dalle ricerche sono emersi i benefici della circolazione di sangue giovane all’interno dell’organismo di individui anziani. I risultati degli esperimenti hanno destato grande entusiasmo nella comunità scientifica americana. Per il momento si tratta di topi: una trasfusione di sangue da parte di un roditore più giovane può invertire gli effetti dell’invecchiamento nei topi anziani. Secondo gli studiosi, le ricerche potranno contribuire allo sviluppo dei trattamenti relativi alle problematiche legate all’età degli esseri umani, come il morbo di Alzheimer. Vediamo nel dettaglio quali sono i benefici di questo elisir eterna giovinezza.
Il primo studio
La prima ricerca è stata condotta da un team di studiosi della UCSF e di Stanford, guidati rispettivamente da Saul Villeda e Tony Wiss-Coray. Ha previsto la connessione chirurgica del sistema circolatorio di un topo vecchio con quello di uno giovane, a livello addominale, per quattro settimane. La parabiosi, nome specifico della tecnica appena descritta, consente di verificare l’effetto di un organismo su un altro. È emerso che dai neuroni dell’ippocampo, ossia l’area del cervello deputata alla memoria, dei topi più anziani nascevano nuove connessioni.Una volta separati i topi, i ricercatori hanno iniettato il plasma sanguigno degli individui più giovani in quelli più anziani, riscontrando ancora una volta benefici per le capacità mnemoniche.
Il secondo studio
Nei laboratori dell’Harvard Stem Cell Institute si è proceduto a verificare gli effetti della parabiosi o dell’iniezione di GDF11, la proteina ricavata dal plasma sanguigno dei topi più giovani, sulla muscolatura scheletrica. I risultati dei test hanno mostrato che il Dna delle cellule staminali dei muscoli si è rigenerato, permettendo agli individui anziani di riacquistare maggiore tonicità muscolare, oltre alla formazione di nuove cellule epatiche. Le cavie giovani hanno subito, invece, un invecchiamento precoce.
Il terzo studio
Il secondo studio condotto ad Harvard e guidato da Lida Katsimpardi, si è concentrato sulla zona subventricolare del cervello, legata alla percezione degli odori. Anche in questo caso il sangue giovane ha migliorato la circolazione nell’area in esame, consentendo la produzione di nuove cellule nervose, dimostrandosi ancora una volta la possibile chiave per l’elisir dell’eterna giovinezza.
Gli sviluppi futuri dell’elisir di lunga vita
La comunità scientifica ha espresso interesse ed entusiasmo di fronte ai risultati ottenuti dalle tre ricerche e ha dichiarato di voler approfondire la tematica del sangue come elisir di giovinezza. Prevale tuttavia la cautela e le riserve mostrate da qualche esponente del settore come Irina M. Conboy, professore di bio-ingegneria della University of California, a Berkeley, la quale ha messo in guardia dai pericoli connessi al “risveglio” delle cellule staminali negli esseri viventi. Il pericolo sarebbe quello di una crescita incontrollata con conseguente aumento dell’incidenza di tumori».