Elon Musk invita i manager di Tesla a tornare in ufficio, considerando il lavoro da remoto ormai inammissibile. Richieste almeno 40 ore alla scrivania.
L’imprenditore miliardario Elon Musk dà un rigido ultimatum ai dipendenti dei vari stabilimenti Tesla, sollecitandoli ad abbandonare il lavoro in smart working o in caso contrario lasciare immediatamente la compagnia. Una soluzione apparentemente drastica, che ha scatenato immediatamente la polemica sui social.
La comunicazione di Elon Musk è stata chiara e coincisa, diffusa tramite una e-mail inoltrata ad ogni sede Tesla.
Tale messaggio citava:
“Il lavoro da remoto non è più accettabile.
Tutti quelli che intendono lavorare da remoto devono essere in ufficio per un minimo di 40 ore a settimana, oppure devono lasciare Tesla.”
Senza troppi giri di parole l’impresario sembra non aver lasciato eventuali opzioni ai dipendenti, tendendo però la mano a chi per un motivo o per l’altro sarà impossibilitato a raggiungere l’ufficio. Musk si è preso la responsabilità di giudicare ogni individuo in base alla situazione o alle difficoltà, approvando o respingendo singolarmente caso per caso.
Dall’altro lato, alcuni colossi dei social come Facebook e Instagram seguono un altro tipo di approccio. Ai dipendenti è concesso usufruire del lavoro da remoto per un tempo illimitato, considerando questo metodo un ottimo mezzo per attirare nuovi collaboratori ed agevolare i propri lavoratori attuali.
Parlando di altre agenzie (ad esempio Apple e Google), esse spingono invece su una maggiore flessibilità degli orari di lavoro. La maggior parte dei dipendenti si reca in ufficio almeno tre giorni a settimana. Difatti alcuni dirigenti hanno criticato Elon Musk per la sua scelta severa.
“Una politica di ritorno forzato all’ufficio durante una nuova ondata di Covid sembra un ottimo modo per creare un pò di attrito senza l’ottica
negativa di un licenziamento.”
Ha ironizzato con un post di Twitter Dare Obasanjo, capo manager della compagnia Meta.
Parlando della piattaforma dell’uccellino azzurro giust’appunto, non sono mancate le critiche dei dipendenti del social, i quali lavorano da casa in modo permanente dall’inizio della pandemia. Il CEO di Twitter Parag Agrawal ha dunque annunciato che a marzo gli uffici sarebbero stati riaperti, ma i dipendenti avrebbero potuto scegliere se rimanere a casa o meno.
Questi ultimi si chiedono inoltre se l’imposizione di un ritorno in ufficio senza preavviso, possa causare un’eventuale ondata di licenziamenti. Insomma, la politica dello smart working come abbiamo visto non è condivisa da tutti.
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