Battuta d’arresto per Elon Musk. Il giudice del Delaware comunque consentirà di introdurre come accuse le denunce dell’ex capo della sicurezza del social network.
Il giudice che gestisce il caso in un tribunale di Wilmington (Delaware) ha rifiutato di ritardare il processo contro Twitter, come richiesto da Elon Musk. L’uomo più ricco del mondo, comunque, potrà presentare nuove argomentazioni per la rottura del contratto di acquisto del social network per 44.000 milioni di dollari (una cifra leggermente superiore in euro). Gli avvocati del magnate denunceranno i fallimenti denunciati dal suo ex capo della sicurezza. Il processo, dunque, è ancora previsto per la settimana del 17 ottobre.
Con le argomentazioni iniziali per la rottura, le cose non stavano andando troppo bene per Elon Musk. Le sue argomentazioni sugli account falsi sembravano fabbricate artificialmente per rompere l’accordo, piuttosto che una vera sorpresa che aveva colto dall’analisi dell’azienda. Musk si lamentava sempre del fatto che c’erano troppi bot su Twitter, quindi in seguito affermare che stava infrangendo l’accordo perché aveva improvvisamente scoperto che c’erano troppi bot non era molto convincente.
Questo era, in sostanza, l’argomento della lettera di rottura che Musk ha inviato l’8 luglio e per la quale Twitter lo ha citato in giudizio per costringerlo ad acquistare il social network. Improvvisamente, una lamentela di un ex dipendente gli è arrivata come una pioggia di cielo. Viene da Peiter Mudge Zatko, un leggendario hacker assunto dall’azienda per gestire la sicurezza e licenziato a gennaio dopo 15 mesi di lavoro.
Secondo esso, il social network Twitter ha nascosto “carenze estreme, enormi” da parte delle autorità federali degli Stati Uniti riguardo alla sua lotta allo spam sulla piattaforma, alle sue difese contro gli hacker e al software utilizzato dai suoi data center. Gli avvocati di Musk hanno già chiesto una citazione per prendere una dichiarazione da Zatko e hanno inviato una lettera a Twitter in cui utilizzano queste denunce, relative alla sicurezza e alla privacy, principalmente, come nuove scuse per rompere l’accordo.
“Da allora sono emerse accuse in merito ad alcuni fatti, noti a Twitter prima e a partire dall’8 luglio 2022, ma non divulgati a Musk e ai suoi associati prima e in quel momento, che forniscono ulteriori e distinti motivi per la risoluzione dell’accordo. accordo di fusione”, si legge nella seconda lettera di rottura inviata dagli avvocati dell’uomo più ricco del mondo. Gli avvocati fanno dei bilanci.
Dicono che questa lettera non era necessaria perché la precedente era già valida per rompere la fusione, ma che la inviano “nel caso in cui si determini che quella dell’8 luglio non è valida per qualsiasi motivo”. Il giudice Kathaleen McCormick, 42 anni, ha ammesso che anche queste accuse sono oggetto di studio, ma gli avvocati dovranno lavorare in fretta, perché quello che non vuole è ritardare il processo anche a novembre, come aveva chiesto Elon Musk.
La causa sarà risolta in un tribunale di Wilmington, nello Stato del Delaware, la capitale economica degli Stati Uniti, che offre una tassazione vantaggiosa e una regolamentazione flessibile. La Delaware Chancery Court fa parte di quell’ecosistema. Nasce nel 1792, poco dopo l’indipendenza degli Stati Uniti, e nel secolo scorso è diventata arbitro delle grandi controversie societarie americane.
I suoi giudici sono specializzati in questioni commerciali e le aziende le preferiscono. Ha risolto battaglie commerciali su larga scala, offerte pubbliche di acquisto, fusioni e cause legali di ogni tipo.
A quasi un anno dalla morte di Giulia Cecchettin, evento brutale che ha acceso un’ulteriore…
E sono sempre di più gli italiani che vorrebbero andare in pensione in anticipo. Per…
Lazio, l'utente mostra quanto spende per una cena: il costo è davvero insolito e scatena…
Quest'uomo trova una strana scatola nel bidone della spazzatura e quello che scopre mette davvero…
Vendi e guadagna con le tue creazioni: con 3 bottoni crei l'impensabile e piace molto…
In arrivo arretrati fino a 4000 euro: ecco per chi sono. Proprio questi cittadini italiani…