Milano non ce l’ha fatta a diventare la città sede dell’Ema, l’agenzia del farmaco europea, contendendosi il titolo con le altre candidate che hanno ricevuto più voti: Amsterdam, con la quale è andata al ballottaggio finale, e Copenhagen. Amsterdam sarà quindi la nuova sede dell’Ema. La capitale olandese ha vinto al sorteggio dopo che era terminato in parità il terzo voto per l’assegnazione. Milano aveva tutte le caratteristiche di qualità necessarie per essere prescelta, aveva ribadito anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Adesso inizia un nuovo futuro per la città dei Paesi Bassi, date le tante opportunità, in primis economiche, derivanti da questo risultato.
C’è delusione per l’esito della votazione a Bruxelles. Come ha ricordato il presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni, insieme alla sfida su Ema c’erano anche “gli investimenti per Human Technopole per la città della salute e della ricerca, non dimentichiamo che a Parma c’è l’Agenzia europea del cibo”, ma sfuma il sogno di fare di Parma e Milano qualcosa di simile alla Food and Drugs Administration degli Stati Uniti”.
Sono stati 27 i Paesi chiamati a decidere la nuova sede di Ema, l’Agenzia del farmaco europea, che per effetto della Brexit dovrà lasciare Londra. Per l’Italia ha partecipato alle votazioni – segrete – il sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi.
MILANO BEFFATA, L’EMA VA AD AMSTERDAM
Quali benefici avrebbe potuto avere la città di Milano se fosse stata scelta come sede dell’Ema? Certamente aggiudicarsi la sede di un’agenzia come l’Ema è un fatto importante a livello politico, ma soprattutto economico. Prima di tutto perché la città in cui ha sede l’Authority è spesso scelta dalle società farmaceutiche per spostarci la propria sede, in modo da avere uffici ‘sul posto’, e poi stiamo parlando di un indotto, quello dell’industria farmaceutica, che interessa 25mila aziende in tutta Italia e fattura fino a 1,8 miliardi, solo in Lombardia.
Se da un punto di vista prettamente politico, ospitare la sede di un’Agenzia Ue rappresenta per il Paese prescelto la possibilità di contare di più nelle decisioni prese a Bruxelles, da un punto di vista sociale questo significa anche un ritorno economico non indifferente. Detta in soldoni: trasferire l’Ema significa non soltanto spostare 897 posti di lavoro, quanto soprattutto favorire la ricerca scientifica e quegli investimenti che possano spingere a fondo l’acceleratore dell’economia, grazie anche all’aumento di eventi legati all’industria farmaceutica, con tutti i vantaggi che si possono immaginare, in particolar modo per quanto riguarda il settore dell’ospitalità.
[didascalia fornitore=”ansa”]Nell’infografica realizzata da Centimetri, le imprese del settore farmaceutico in Italia.[/didascalia]
Per avere un’idea di quello di cui stiamo parlando, nel 2015 sono stati organizzati 564 meeting all’Ema con 36mila visitatori che hanno prenotato oltre 15mila notti in albergo con un picco massimo di 350 stanze al giorno. Il trasloco dell’Ema da Londra a Milano poteva davvero essere l’occasione di svolta per tanti ristoratori e albergatori dell’Hinterland e non solo.
Cos’è l’EMA
Ema è l’acronimo di Agenzia europea del farmaco. Di cosa di occupa questa agenzia governativa fondata nel 1995, formata da 890 impiegati? I compiti principali dell’Ema sono:
– agevolare lo sviluppo e l’accesso ai farmaci;
– valutare le richieste di autorizzazione per l’immissione sul mercato;
– verificare periodicamente la sicurezza dei farmaci;
– fornire informazioni sulle cure sanitarie sia ai professionisti che ai pazienti.
In poche parole l’Ema è responsabile della valutazione scientifica, della supervisione e del monitoraggio della sicurezza delle medicine che circolano nell’Unione europea, ed è quindi ‘essenziale per il funzionamento del mercato unico delle medicine nell’Ue’, come si legge anche sul sito del Consiglio europeo. In media ogni anno interpella 35/36mila esperti dell’industria farmaceutica.
L’agenzia è gestita da un ‘management board’ indipendente che approva il budget annuale e il programma di lavoro. E’ composto da 36 membri (un rappresentante per ognuno dei 28 Stati Ue, due rappresentanti della Commissione, due dell’Europarlamento, due delle associazioni dei pazienti, uno dei medici e uno dei veterinari) ed è guidata da un direttore esecutivo, che attualmente è l’italiano Guido Rasi.
L’Ema conta anche sette comitati scientifici e vari gruppi di lavoro a cui partecipano migliaia di esperti di tutta Europa.
La nuova sede dell’Ema
La sede dell’Ema è stata Londra fino al 20 novembre 2017, giorno in cui il Consiglio affari generali dell’Ue a 27, riunito a Bruxelles, ha scelto Amsterdam come nuova sede dell’agenzia in vista della Brexit, in programma per marzo del 2019. A seguito del ritiro di Malta, Zagabria e Dublino, le città candidate per ospitare l’Ema erano 16 e fra queste c’era Milano.
Le 19 città inizialmente candidatesi a ospitare la sede dell’Ema erano le seguenti: Amsterdam, Atene, Barcellona, Bonn, Bratislava, Bruxelles, Bucarest, Copenhagen, Dublino, Helsinki, Lille, Malta, Milano, Porto, Sofia, Stoccolma, Vienna, Varsavia e Zagabria. A poche ore dalla votazione finale, tuttavia, Malta, Zagabria e Dublino, come detto, avevano annunciato il ritiro della loro candidatura.
La nuova sede dell’Eba
Anche l’Autorità bancaria europea (Eba) ha attualmente sede a Londra e, sempre oggi, il Consiglio Affari generali dell’Ue ha scelto la nuova sede in vista della Brexit. Per l’Eba erano in corsa: Bruxelles, Dublino, Francoforte, Lussemburgo, Parigi, Praga, Vienna e Varsavia. Bruxelles e Dublino avevano presentato la loro candidatura sia per l’Ema che per l’Eba.
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