Uno dei casi irrisolti più difficili della storia d’Italia: il caso di Emanuela Orlandi, che ora arriva in Parlamento, che apre una Commissione d’Inchiesta per cercare di far luce sulla vicenda.
Mercoledì 15 febbraio 2023 verrà costituita una Commissione parlamentare d’inchiesta, che indagherà sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la giovane cittadina vaticana scomparsa 40 anni fa.
Su di lei si è parlato tantissimo e ora, forse complice anche un interessante docu-serie disponibile su Netflix, si ritorna a cercare la verità, dopo mille supposizioni e altrettante piste sbagliate.
Dopo 40 anni dalla sua misteriosa scomparsa, il 15 febbraio 2023 si costituirà la Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Emanuela Orlandi.
Il caso della giovane scomparsa in Vaticano nel 1983 fa ancora parlare, un caso irrisolto forse un o dei più complicati che si sono visti nel nostro Paese, di cui ancora si cercano spiegazioni.
La proposta di legge che ha richiesto la creazione di questa Commissione parlamentare d’inchiesta è stata presentata il 1° dicembre 2022, da Francesco Silvestri deputato del Movimento 5 Stelle:
“Il Paese ha il diritto di conoscere la verità sulla scomparsa di una giovane ragazza su cui sono state fatte, nel corso del tempo, numerose ipotesi. Ancora oggi il caso presenta nuovi elementi di indagine, secondo quanto ha sostenuto di recente lo stesso fratello di Emanuela Orlandi che, dalle pagine del quotidiano la Repubblica, chiede ancora una volta al Parlamento di occuparsi del caso, in quanto i nuovi elementi acquisiti hanno un fortissimo rilievo per l’indagine, avendo come protagonisti i rapporti intercorsi a quel tempo tra il Servizio per le informazioni e la sicurezza militare (SISMI) e la procura della Repubblica di Roma”
L’obiettivo, secondo la proposta di legge, è quello di scoprire se la verità sulla scomparsa di Emanuela sia stata deliberatamente nascosta, quindi la richiesta al Parlamento di indagare per fare giustizia.
Emanuela Orlandi viveva con la famiglia al Vaticano, dove suo padre, Ercole, lavorava come commesso della Prefettura della casa pontificia. Emanuela aveva 15 anni ed era una ragazza come tante.
Il 22 giugno 1983, Emanuela non torna più a casa dopo la lezione di musica nella scuola in piazza Sant’Apollinare, nell’istituto Tommaso Ludovico da Vittoria.
In quei giorni, la famiglia Orlandi tappezzò la città di Roma con manifesti con sopra la sua foto, nel disperato tentativo di trovarla.
La sparizione della giovane è diventata un caso molto complicato: sono state negli anni diverse le piste seguite e tanti gli attori coinvolti.
Si è parlato del coinvolgimento della Banda della Magliana, si è ipotizzato che il mandante fosse un componente del Vaticano, ma si è anche pensato che la scomparsa di Emanuela fosse collegata all’attentato avvenuto ai danni di Papa Giovanni Paolo II.
Una serie di ipotesi rimaste lì, senza delle reali prove, e il fratello di Emanuela, Pietro, continua a lottare per conoscere la verità sulla sorella.
Ecco perché ora la Commissione d’inchiesta parlamentare ha una rilevanza molto importante, che potrebbe portare a una vera svolta in questo caso dibattuto in tutto il mondo.
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