La Procura di Roma ha aperto un’indagine per omicidio dopo il ritrovamento di alcune ossa in un edificio di proprietà del Vaticano. Anche in Vaticano ci sono accertamenti per capire a che epoca, a che sesso e a che età appartengono le ossa rinvenute. I magistrati hanno disposto accertamenti tecnici per individuare se i resti umani recuperati sotto il pavimento della Nunziatura Apostolica siano compatibili con il Dna di Emanuela Orlandi o Mirella Gregori, le due minorenni scomparse a Roma nel 1983.
La scoperta delle ossa in Vaticano ha portato la Procura di Roma a indagare per omicidio. I magistrati vogliono capire se i resti umani appartengono a Emanuela Orlandi o a Mirella Gregori, le due ragazzine 15enni scomparse a Roma nel 1983 in circostanze misteriose.
Mirella Gregori è scomparsa il 7 maggio 1983. Il fatto è stato collegato alla sparizione di Emanuela Orlandi ma ancora non è stata fatta chiarezza su questa vicenda.
Invece di Emanuela, figlia di un commesso della Prefettura della Casa pontificia, si sono perse le tracce il 22 giugno 1983. La giovane frequentava una scuola di musica a piazza Santa Apollinare, in territorio vaticano. Il giorno della scomparsa uscì dalla lezione 10 minuti prima e telefonò a casa dicendo alla sorella che le era stato proposto un lavoretto ben pagato. Si trattava di volantinaggio ad una sfilata di moda. La sorella cercò di farla desistere, Emanuela rispose che ne avrebbe parlato con i genitori e riattaccò. Fu l’ultimo contatto con la famiglia. La ragazza in seguito, secondo la testimonianza di un vigile urbano, avrebbe parlato con un uomo alla guida di una Bmw nera sulla quale, forse, sarebbe salita. Da quel momento la sua scomparsa è diventata uno dei casi più oscuri della storia italiana.
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Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi ha chiarito che ancora non si sanno molti dettagli: “Siamo in attesa di avere ulteriori chiarimenti. Vorremmo capire quando le ossa sono state ritrovate, chi le ha ritrovate. Vogliamo essere informati passo passo e sapere per quale motivo il ritrovamento è stato immediatamente accostato ad Emanuela Orlandi”.
Alì Agca è un ex terrorista turco condannato per l’assassinio di un giornalista e per il tentato omicidio di papa Giovanni Paolo II. Tre anni fa aveva dichiarato all’Adnkronos che Emanuela Orlandi era viva, stava bene, “si trova in un convento” e “può essere liberata”. Aveva anche spiegato che il rapimento di Emanuela era stato organizzato per indurre lo stesso Alì Agca a convertirsi. In seguito a ciò la Orlandi sarebbe stata liberata e il bulgaro Antonov sarebbe stato scarcerato. Quest’ultimo sarebbe servito come ‘scambio’ per liberare due italiani prigionieri in Bulgaria, Paolo Farsetti e Gabriella Trevisan. Con la mancata conversione di Agca tutto il piano sarebbe saltato.
A Pietro Orlandi Agca aveva “suggerito di rivolgersi sia al governo vaticano sia a tutte le madri superiori di tutti i conventi del mondo. Perché possano aiutare la liberazione di Emanuela Orlandi, che si trova probabilmente in un convento. L’opinione pubblica non merita di essere ingannata con menzogne primitive che nascondono la vera verità”. E aveva concluso: “Spero che il Papa buono, Francesco, possa fare qualcosa per lei”.
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