Continua la vicenda degli embrioni scambiati all’ospedale Pertini di Roma. I due gemelli sono nati. La coppia gestante si è detta molto felice per il lieto evento e ha spiegato che i bambini sono già stati registrati all’anagrafe. Sembra essere chiusa la questione che riguarda l’affidamento dei neonati, perché con la registrazione all’anagrafe la legge italiana ha sancito i diritti dei genitori gestanti e non, in questo caso, di quelli biologici. Il parto è avvenuto con qualche giorno di anticipo rispetto alla data prevista del 12 agosto.
Nonostante i genitori biologici avessero presentato un ricorso, per diffidare la registrazione all’anagrafe dei bambini, la vicenda sembra aver trovato un punto di arrivo. La coppia gestante ha fatto sapere di aver richiesto un incontro con i genitori biologici dei gemelli, ma essi non avrebbero risposto. Intanto tutte e due le coppie hanno chiesto all’ospedale un risarcimento milionario.
La ricostruzione della vicenda
Quattro coppie si sono sottoposte al trattamento di fecondazione assistita lo scorso 4 dicembre 2013. Qualcosa però, durante la procedura, non è andato come da protocollo, e gli embrioni in questione sono stati confusi e scambiati. Si è scoperto che una delle quattro potenziali mamme porta in grembo due gemelli non suoi, che non sono compatibili con i profili genetici dei rispettivi genitori. La Regione Lazio ha bloccato le attività dell’unità di fisiopatologia per la riproduzione e la sterilità e ha istituito una commissione d’indagine presieduta dal genetista Giuseppe Novelli, tutto per chiarire la dinamica dello scambio e perchè è accaduto tale madornale errore.
Il clamoroso errore è stato commesso all’ospedale Sandro Pertini di Roma. Gli interventi hanno confermato esiti favorevoli per tre donne su quattro. Sono passate alcune settimane e una delle tre donne ha scoperto addirittura di essere incinta di due gemelli. Una gioia per la coppia che si è sottoposta costantemente al monitoraggio della gravidanza. Il problema però si è evidenziato al terzo mese, quando la donna si è rivolta al Sant’Anna di Roma per un test genetico. Dopo due settimane l’esito: la gravidanza proseguiva bene, ma i “profili genetici dei due feti non erano compatibili con quelli dei genitori“.
Ci sarebbe stato qualcosa che non è andato alla perfezione nell’ambito del sistema di qualità dell’ospedale Sandro Pertini. Il tutto prevede l’esecuzione di determinate procedure che non dovrebbero provocare nessun tipo di problema e soprattutto dovrebbero evitare i rischi di errori umani. Eppure si è venuto a sapere che quel giorno, il 6 dicembre, un biologo ha letto male il cognome. Sarebbe avvenuto uno scambio tra due donne che dovevano effettuare un impianto proprio nella stessa giornata, tra le 10:30 e le 10:45.
Il nome delle coppie sulle scatolette di plastica trasparente che contengono gli ovociti fecondati è scritto con un pennarello indelebile. A quanto pare sarebbe stato questo punto del processo che non ha funzionato: le due donne avevano un cognome simile, composto da 5 lettere uguali su 7. Lo sbaglio sarebbe avvenuto per un’errata lettura. Si è scoperto anche che i genitori biologici dei due gemellini hanno conseguito un esito negativo dell’impianto degli embrioni, per cui per loro non c’è stato l’inizio di una gravidanza.
I magistrati intendono andare in fondo a quello che è accaduto ed è probabile che vengano interrogati medici e biologi in servizio nella struttura. Fra i punti da chiarire anche il giorno in cui è avvenuto lo scambio. Non tutte le coppie, infatti, hanno eseguito il trattamento lo stesso giorno. Adesso i genitori si contendono i figli, dopo che la Procura è arrivata ad aprire un’inchiesta sul caso. Nel frattempo gli esperti fanno notare che esiste un vuoto legislativo su questioni come queste.