Mentre la Russia prosegue faticosamente la sua offensiva militare in Ucraina, sembra ottenere supporto anche da altre potenze come l’Iran. Almeno questo è ciò che emergerebbe da alcuni documenti riservati trapelati e visionati dai media britannici.
Il contratto da 1,3 milioni di dollari in lingua inglese tra il Ministero della Difesa iraniano e l’agenzia d’armi russa Rosoboronexport riguarderebbe la vendita di campioni di proiettili, artiglieria e carri armati. Una prova della fornitura di armi da parte di Teheran a beneficio della Russia, che si trova in difficoltà per le sanzioni e la carenza di rifornimenti.
Le cifre indicate mostrerebbero come l’Iran starebbe approfittando della situazione per richiedere compensi gonfiati e cavalcare l’assistenza militare alla Russia. Gli esperti ritengono plausibile il contratto dato l’uso di termini commerciali internazionali e parti che citano l’arbitrato in Svizzera.
Se confermato, significherebbe un ulteriore coinvolgimento iraniano nel conflitto, dopo le accuse di aver fornito droni kamikaze alla Russia, valse sanzioni a Teheran. Tuttavia, Iran e Russia non hanno riconosciuto l’autenticità dei documenti trapelati, quindi occorre cautela nell’interpretarli e nel tratte conclusioni affrettate dato che si potrebbe di documenti finalizzati alla disinformazione.
In questo scenario ancora ricco di incertezze, il contratto trapelato potrebbe rappresentare una chiave per capire meglio il ruolo dell’Iran come possibile alleato militare della Russia in Ucraina. Ma occorreranno ulteriori prove e conferme prima di trarre conclusioni definitive.
La lettera trapelata sembra mostrare la volontà del regime iraniano di sfruttare le divisioni tra gli oppositori per indebolire il dissenso interno. Una strategia che è emersa chiaramente dai documenti e che secondo gli esperti può essere credibile e autentica.
Il documento, ottenuto dal gruppo hacker ‘Uprising till Overthrow‘ ha rivelato che un alto funzionario militare incaricato della propaganda, Abolfazl Shekarchi ha presentato una serie di misure per reprimere le proteste degli insegnanti e dei lavoratori.
Il regime in Iran sta cercando di dipingere le proteste come isolate, invece che descriverle come la ampia opposizione al governo dal 1979 ovvero dalla rivoluzione islamica iraniana.
Il documento riporta richieste chiare e finalizzate a sfruttare le differenze tra gli oppositori all’estero e di delegittimare i media stranieri che riportano i resoconti delle proteste in Iran.
Si evidenzia anche che le divisioni tra le forze di opposizione e il regime iraniano sono accentuate in maniera eccessiva e spesso dai sostenitori del regime sui social media.
Il documento chiede anche di individuare “esperti favorevoli al regime” tra gli attivisti dei lavoratori e degli insegnanti, dando spazio alle loro opinioni sui media statali.
In sintesi, il documento trapelato mostra come il regime cerchi di sfruttare le divisioni all’interno dell’opposizione all’estero e delegittimare i media stranieri, al fine di indebolire il dissenso interno, che si esprime anche nelle continue proteste nel Paese. Il regime iraniano ha a cuore la sua immagine all’estero
Il gruppo di hacker ha spiegato di aver ottenuto l’accesso a “decine di migliaia di documenti sensibili” dall’ufficio della presidenza iraniana, ma ha anche riferito di voler condividere i contenuti in tranche giornaliere.
Secondo quanto riferito anche da Sky News che ha visionato i documenti, il nuovo attacco hacker alla presidenza ha violato 120 server, ottenendo accesso alle comunicazioni interne, ai verbali delle riunioni, alle piattaforme di video conferenza e a circa 1.300 computer all’interno dell’ufficio presidenziale Ebrahim Raisi.
Il gruppo di hacker notoriamente vicino all’opposizione, che ha già colpito il Ministero degli Esteri iraniano, ora ha affermato di aver violato l’ufficio presidenziale per rendere pubblici migliaia di documenti riservati e materiali digitali.
La portata e la natura delle informazioni trafugate non sono ancora del tutto chiare, ma ciò indica comunque che le misure di cyber-sicurezza del governo iraniano hanno serie vulnerabilità ed è quindi esposto ad attacchi informatici da parte di gruppi di opposizione.
I documenti consultati da Sky News del Regno Unito sembrano fare emergere chiaramente che l’Iran ha cavalcato e stia tutt’ora cavalcando la guerra in Ucraina per guadagnare e trarre posizioni vantaggiose.
Il regime iraniano, alle prese con una crisi economica sta vendendo alla Russia, colpita dalle sanzioni, munizioni a prezzo pieno e approfiterebbe così del fatto che Mosca ha quasi esaurito le sue scorte.
Le 16 pagine di documenti top secret datate 14 settembre 2022 sembrano riguardare campioni di vari tipi di proiettili di artiglieria e carri armati, razzi per un valore di oltre 1 milione di dollari.
La documentazione emersa fino ad ora suggerisce che l’Iran approfittando delle sanzioni occidentali stia guadagnando sulla difficoltà di Mosca, nonostante la sua stessa crisi economica. Ciò dimostra come Teheran stia cercando di sfruttare il conflitto in Ucraina per ottenere fondi preziosi dalla sua alleata Mosca.
Tuttavia al momento non vi sono conferme ufficiali da parte iraniana o russa sulle forniture documentate dai documenti trapelati.I documenti trapelati sembrano dimostrare ulteriormente il sostegno militare iraniano alla Russia nella guerra in Ucraina. Diverse potenze globali hanno sanzionato l’Iran per aver fornito droni kamikaze alla Russia che hanno attaccato civili e obiettivi non militari.
In precedenza Sky News ha riferito che l’Iran avrebbe fornito grandi quantità di proiettili e munizioni alla Russia tramite il Mar Caspio a gennaio.
Jack Watling, ricercatore del Royal United Services, ha sostenuto che il piano emerso dalla condivisione della documentazione è a suo avviso “perfettamente logico” e ritiene possibile che Mosca e le autorità iraniane possano aver concordato vendite di armi.
Questo emerge a seguito dell’avvicinamento dell’Iran a un percorso diplomatico che, nonostante le accuse occidentali, lo ha visto riallacciare i rapporti bilaterali con l’Arabia Saudita, interrotti da oltre sette anni, ma anche un’alleanza più significativa con la Cina, che ha mediato i colloqui di pace e Mosca.
Le tre Nazioni hanno anche un’ulteriore punto comune che è l’astio e la tensione nei confronti delle autorità occidentali e si evince in questo momento storico un cambiamento nelle dinamiche geopolitiche, scaturito soprattutto dal conflitto tra Russia e Ucraina.
Tuttavia non vi è ancora conferma ufficiale da parte di Teheran e Mosca sulle transazioni documentate. Saranno necessarie ulteriori prove e informazioni per chiarire l’autenticità e le implicazioni complete dei documenti trapelati.
I documenti che sono stati condivisi suggeriscono che l’Iran avrebbe stipulato un contratto con la Russia per vendere munizioni.
Il contratto sarebbe tra il Ministero della Difesa e della Logistica iraniano e l’agenzia di esportazione militare russa Rosoboronexport come sopra citato. Nel testo viene citato un numero di contratto e si tratta di un documento redatto in inglese, suddiviso in sezioni come un contratto standard.
Il pagamento indicato è di 1,013,100 di dollari per munizioni e si nota chiaramente che nel documento sono citati termini internazionali di commercio (INCOTERMS) come parte degli accordi commerciali. Ciò ha portato diversi analisti internazionali ed esperti a essere propensi rispetto all’autenticità del testo.
Un paragrafo specifica che “Il diritto di proprietà e il rischio di perdita o danno dell’oggetto del contratto saranno trasferiti dal fornitore al cliente secondo i termini e le condizioni di FOB/INCOTERMS 2010″.
Nella stessa sezione è riportato che i campioni di munizioni sarebbero stati spediti in Russia dall’Iran via aerea, precisamente entro dieci giorni lavorativi dal pagamento.
Questo contratto sembra essere soltanto l’inizio di una serie di documenti che verranno, secondo quanto riferito, rivelato nel corso del tempo e per step in modo da far comprendere la linea politica del regime in Iran.
Mentre accade tutto questo diversi esperti si chiedono se questa situazione a lungo andare genererà una sorta di dipendenza russa verso i rifornimenti militari di Teheran e ciò potrebbe causare una sorta di “debito” che l’Iran potrebbe voler riscuotere dal Cremlino o anche una preoccupante alleanza militare che potrebbe contrastare congiuntamente l’Occidente.
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