Un allarme che non deve essere sottovalutato per la salute di tutti. I dati sull’emergenza morbillo in Italia, diffusi dal ministero della Salute, parlano di “un preoccupante aumento del numero di casi di morbillo” nel nostro Paese. Dall’inizio dell’anno, in meno di 4 mesi, si sono registrati già 700 casi, con un incremento del 230% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando se ne erano avuti 220: in un anno, in Italia si sono più che triplicati i casi di morbillo. Non solo. A Pescara è in corso una vera epidemia di morbillo: dai primi giorni di febbraio si sono già verificati 100 casi e 25 ricoveri in ospedale, soprattutto adulti tra i 30 e i 40 anni, non vaccinati. “Fra i pazienti ricoverati in isolamento, per evitare contagi in ospedale, c’erano anche 2-3 casi di morbillo in gravidanza“, ha specificato Giustino Parruti, a capo dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive dell’ospedale Civile di Pescara. L’aumento dei casi di morbillo, malattia che, ricordiamo, avevamo tenuto sotto controllo ma non debellata, è dovuta a una sola causa: il no ai vaccini.
Il nostro Paese non è l’unico a registrare un aumento dei casi di morbillo (solo in Romania si sono registrati 15 decessi legati alle complicanze del morbillo). La causa è sempre la stessa: credendo a pseudo-scienziati, come Stefan Lanka, biologo multato per aver negato l’esistenza del vaccino, non si fanno vaccinare i figli, abbassando la soglia dell’immunità di gregge. La vaccinazione di massa è l’unico modo per fermare il morbillo, malattia infettiva che non è scomparsa ma che abbiamo tenuto sotto controllo proprio grazie ai vaccini. Appena la soglia di protezione delle vaccinazioni è scesa, il virus è tornato a colpire, in particolare la fascia d’età non vaccinata, con molti casi di morbillo negli adulti.
“Il problema, con il morbillo, è legato al rischio di complicanze, polmonari e non solo: la più grave è l’encefalite. Parliamo di un rischio per un caso su mille, e non abbiamo medicinali per trattare questa condizione”, avverte il dottor Parruti.
IL MORBILLO NEI BAMBINI: I SINTOMI E COME CURARLO
Purtroppo, anche in Italia abbiamo già iniziato a registrare casi di bambini morti per il morbillo, come avvenuto a Roma. Dopo l’allarme vaccino per il morbillo scattato nel 2015, i nuovi dati del ministero della Salute non lasciano scampo a interpretazioni e a teorie pseudo-complottistiche: oltre al morbillo nei bambini, aumentano sempre più i casi di morbillo negli adulti perché non ci si vaccina più.
I dati del Ministero della Salute sui casi di morbillo
Secondo il ministero della Salute, nei primi mesi del 2017, in Italia si sono avuti 700 casi di morbillo, oltre il triplo dell’anno passato. La maggior parte è stata segnalata da sole 4 Regioni: Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana. Inoltre, più della metà dei casi riguarda persone dai 15 ai 39 anni e ci sono stati anche diversi casi a trasmissione in ambito sanitario e in operatori sanitari.
“Il morbillo continua a circolare nel nostro Paese a causa della presenza di sacche di popolazione suscettibile, non vaccinata o che non ha completato il ciclo vaccinale a 2 dosi. Ciò è in gran parte dovuto al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione, nonostante le evidenze scientifiche consolidate e nonostante i provvedimenti di alcune Regioni che tendono a migliorare le coperture, anche interagendo con le famiglie e i genitori”, scrive il dicastero della Salute.
I dati sono allarmanti ed è per questo che la ministra Beatrice Lorenzin ha rilanciato con forza il Piano vaccini. “Nonostante il Piano di eliminazione del morbillo sia partito nel 2005, e la vaccinazione contro il morbillo sia tra quelle fortemente raccomandate e gratuite, nel 2015 la copertura vaccinale contro il morbillo nei bambini a 24 mesi (coorte 2013) è stata dell’85,3%“, precisa Lorenzin. Il valore più basso è stato registrato nella provincia di Bolzano, con il 68% di copertura vaccinale per il morbillo, il più alto in Lombardia con il 92,3%, dato che comunque non è bastato per evitare numerosi casi di morbillo in Regione, una delle più colpite.
Questo perché c’è solo un modo per fermare la diffusione del morbillo: raggiungere la soglia di sicurezza del 95%, il solo valore che permette di fermare il virus grazie all’immunità di gregge.
“È ora indispensabile – prosegue Lorenzin – intervenire rapidamente con un impegno e una maggiore responsabilità a tutti i livelli, da parte di tutte le istituzioni e degli operatori sanitari, per rendere questa vaccinazione fruibile, aumentandone l’accettazione e la richiesta da parte della popolazione“.
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