Una trentina di migranti ha protestato per l’arrivo di altri migranti al Centro di prima accoglienza allestito nell’ex base miliare di Conetta di Cona (Venezia): un gruppo di ivoriani ha alzato delle barricate e fermato i camion per il rifornimento di cibo per le colazioni come gesto dimostrativo. La notizia del possibile arrivo di altri richiedenti asilo nel centro, che già ne ospita 1500, ha creato una situazione di grande disagio tra gli ospiti stessi che ne denunciano le condizioni pessime e temono il loro peggioramento con l’arrivo di altre persone. Sul posto sono arrivati il sindaco del comune veneziano e gli uomini della Questura e della Prefettura che stanno trattando con i manifestanti per far rientrare le proteste.
Circa un centinaio gli arrivi previsti nei prossimi giorni nel centro che ne ospita già un numero al limite della capienza e dove, per legge, la permanenza dovrebbe essere di qualche mese, il tempo cioè di capire chi ha diritto alla richiesta di asilo e chi no. Alla notizia di altri migranti, sono stati gli stessi ospiti a protestare, cercando di impedire l’accesso alla struttura.
Anche il sindaco di Cona Alberto Panfilio ha voluto far sentire la sua protesta. “Il governo ha disatteso totalmente le promesse: il ministro Minniti tre mesi fa aveva promesso la chiusura del centro di accoglienza, e invece continuano ad arrivare“, ha dichiarato. “Il numero degli ospiti ha superato in queste ore quota 1.600. Per questa piccola località del veneziano è una situazione insostenibile. Conetta doveva essere chiusa da tempo“.
Il comune del veneziano, che conta 3mila abitanti, era già stato luogo di proteste nei mesi scorsi dopo la morte di una donna di 25 anni ivoriana, deceduta a gennaio a seguito di una trombosi polmonare. Allora il ministro Minniti dispose il trasferimento di un centinaio di persone in altri centri in Emilia, ma con l’emergenza sbarchi che non accenna a fermarsi, il Cpa di Cona è tornato a riempirsi.
“Non bisogna più incappare in casi come quello di Cona, una cittadina di 3mila abitanti che di colpo si è vista arrivare 1.400 migranti: quella non è integrazione“, ha commentato il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro. “Il problema dell’accoglienza è nazionale e io sono convinto che la distribuzione vada fatta anche sul resto delle nazioni europee“, ha aggiunto.
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