In Italia cresce l’allarme per l’emergenza siccità a causa della mancanza di acqua potabile in varie zone del Paese. Il governo vaglia la possibilità di nominare un commissario straordinario.
Secondo il ministro Gilberto Picchetto Fratin oltre alla nomina di un commissario straordinario è necessario agire tempestivamente. Si vaglierà perciò anche la possibilità di effettuare razionamenti sulla distribuzione. Intanto l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale lancia l’allarme per la prossima estate.
L’emergenza siccità è una realtà in Italia, sono diverse le zone del nostro Paese in cui sta diventando difficile trovare acqua potabile, e la preoccupazione si aggrava in previsione dell’arrivo della prossima estate.
La stessa Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino ha lanciato un allarme che evidenzia le criticità che l’Italia dovrà affrontare nella prossima stagione estiva.
A parlarne è stato proprio il segretario generale Marco Casini, parlando delle proiezioni “severità idrica da media ad alta”, e quindi ha ribadito la necessità di azioni immediate ed un controllo su tutto il territorio.
Il controllo sarà necessario non solo per valutare lo stato dei luoghi ma anche per intervenire dove ci sono malfunzionamenti e perdite all’interno degli acquedotti.
Il governo perciò sta valutando la possibilità di nominare un commissario straordinario che possa gestire l’intera emergenza. A renderlo noto è il ministro Gilberto Picchetto Fratin che ha spiegato che il tema sarà affrontato proprio la prossima settimana durante il Cdm.
Tra le varie ipotesi al vaglio anche la possibilità di razionare la distribuzione dell’acqua nelle zone più a rischio. Secondo il ministro serve un intervento tempestivo ed immediato per non incorrere in problematiche più gravi più avanti.
La prossima settimana si terrà un Tavolo Interministeriale sulle crisi idriche dove si discuterà proprio dell’emergenza, l’appuntamento è previsto per il 01 marzo 2023.
All’incontro prenderà parte l’intera squadra di governo per poter coordinare al meglio la situazione e valutare attentamente tutte le strategie che si possono attuare per poter rispondere tempestivamente alla crisi idrica.
A rendere noti questi dettagli sull’incontro è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli. Dopo questo primo incontro ci saranno altri incontri più tecnici che vedranno il coinvolgimento di vari interlocutori.
Lo scopo è quello di creare una strategia efficace per rendere la crisi meno grave del previsto. Ci sarà anche un confronto diretto con i grandi consorzi che si occupano della gestione delle dighe e dei sistemi idrici integrati nazionali.
L’intenzione del governo, secondo Picchetto Fratin, è di creare un piano idrico nazionale efficace che permetta all’intera nazione di avere abbastanza acqua sia da bere che per produrre energia ma anche per irrigare.
A sollecitare la nomina di un commissario straordinario c’è anche la Lega, Gian Marco Centinaio insieme ai suoi colleghi ha reso noto che ha intenzione di presentare una mozione proprio su questo tema.
Picchetto Fratin durante le sue dichiarazioni ha anche parlato della possibilità di andare incontro a rischi importanti per la produzione idroelettrica. La situazione è molto a rischio questo perché nell’inverno passato ci sono state poche piogge e pochissima neve.
Sono stati segnalati diversi allarmi in tutta Italia per i bassi livelli di acqua ma soprattutto per i fiumi e i laghi che si trovano a Nord della nazione. La riduzione della produzione si era già verificata lo scorso anno, ed è perciò necessario riempire le dighe il più possibile.
A rischio anche l’energia da fonte nucleare che per l’Italia arriva dalla Francia, questo perché la Francia ha annunciato di avere in programma un piano di spegnimento di alcune delle centrali proprio a causa della carenza di acqua che viene utilizzata per il raffreddamento.
Mara Carfagna, presidente di Azione, ha chiesto “Che fine ha fatto il Cis: Acqua bene comune?” questo piano di investimenti era stato avviato dal governo Draghi e prevedeva l’impegno di oltre un miliardo di euro da investire su tutto il territorio nazionale.
Lo scopo di questo piano era quello di prevenire le crisi idriche con interventi mirati sui cicli delle acque, e quindi sulla potabilizzazione, sulla depurazione, sul trasporto, la distribuzione ma anche l’accumulo e il riutilizzo.
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