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Cronaca

Emergono particolari sconcertanti sulla morte di Viviana Delego: il ginecologo “non era in grado di trattarla”

Poco più di un mese fa, una donna di 41 anni, Viviana Delego, è morta all’ospedale di Brindisi dopo essere stata sottoposta a un cesareo d’urgenza, che aveva portato a non poche complicazioni. Oggi è comparsa sul Corriere una relazione indirizzata alla direzione sanitaria scritta dal Giuseppe Manca, il primario di Chirurgia generale, che avrebbe operato la donna, data la mancanza del primario di ginecologia e della sua vice: il medico ha ammesso chiaramente che il ginecologo di turno si era definito incapace di gestire una situazione così delicata. 

Operazione – Nanopress.it

A dicembre del 2022 una donna è morta dopo aver dato alla luce i suoi due gemelli. Era al settimo mese di gravidanza ma, date le sue condizioni di salute già critiche, i medici hanno deciso di far nascere i bambini prima del tempo. Subito, però, sono sorte delle complicazioni: la donna ha avuto un’emorragia fortissima, ha poi dovuto subire un’isterectomia e alla fine è morta. C’è però qualcosa che non torna, perché a operarla è stato Giuseppe Manca, il primario di Chirurgia generale dell’ospedale di Brindisi, in cui era ricoverata e proprio lui, in una relazione, ha rivelato alcuni particolari sconcertanti.

La vicenda di Viviana Delego, morta dopo aver dato alla luce due gemelli

Dicembre 2022. Siamo nell’ospedale Perrino di Brindisi. Arriva una donna di 41 anni, Viviana Delego, incinta di due gemelli, un maschio e una femmina. Viviana insegna a Pezze di Greco e ha già una figlia di sei anni. Quando arriva in ospedale le sue condizioni di salute sono già critiche. Data la gravità della situazione, i medici, nonostante la gravidanza non fosse arrivata di fatto al termine, decidono operarla d’urgenza praticando un cesareo, facendo nascere i bambini prima del previsto e cercando di tutelare anche la vita della madre.

Purtroppo però il quadro clinico si è complica ulteriormente: entrambi i neonati sopravvivono, mentre la madre finisce in Rianimazione e, dopo un periodo trascorso in terapia intensiva e un altro intervento di isterectomia, muore.

L’ospedale parla di una patologia collegata alla gravidanza, l’eclampsia (una complicanza – la più pericolosa – della preeclampsia, nota anche come gestosi, una sindrome i cui sintomi generalmente sono proteinuria, ipertensione arteriosa ed edema), che è caratterizzata da convulsioni e si può manifestare prima, durante e dopo il parto, a cui si sarebbero sommati il distacco della placenta e la rottura della membrane. L’eclampsia in ogni caso è molto rara – colpisce circa l’1,4% delle donne – eppure sembra aver colpito proprio Viviana.

Nel suo caso comunque a causare la sua morte sarebbe stata un’emorragia vastissima causata dal cesareo, motivo per il quale tra Fasano e Pezze di Greco moltissimi suoi parenti e amici si sono subito mobilitati per donarle il sangue, nella speranza di salvarle la vita, ma ogni tentativo alla fine si è rivelato vano: per lei non c’è stato nulla da fare.

Come si legge infatti in una nota dell’Asl di Brindisi: “Il quadro era di eclampsia, distacco di placenta e rottura delle membrane. La paziente è stata operata d’urgenza: in corso di taglio cesareo presentava coagulazione intravascolare disseminata (Cid) e atonia uterina. Sono state messe in atto tutte le procedure mediche, chirurgiche e di terapia intensiva previste nel trattamento di questi gravissimi casi”.

Chirurgo – Nanopress.it

Inizialmente, alla luce di tutto ciò, era trapelata la voce secondo cui la famiglia di Viviana aveva deciso di non aprire alcuna inchiesta e di procedere semplicemente con i funerali. Qualcosa successa dopo, però, potrebbe aver smosso le acque e cambiato tutto.

Le parole di Giuseppe Manca, il primario di Chirurgia generale

Dopo la morte di Viviana Delego a rompere il silenzio è stato Giuseppe Manca, il primario di Chirurgia generale dell’ospedale di Brindisi, che ha deciso di mettere nero su bianco la sua versione dei fatti. Del resto, come si suol dire, “verba volant, scripta manent”. In una relazione indirizzata alla direzione sanitaria, riportata poi dal Corriere, il primario ha in pratica raccontato tutto quello che è accaduto quando quel sabato 17 dicembre ha dovuto operare d’urgenza la 41enne. E attenzione: le sue parole cozzano in qualche modo con la prima versione dei fatti succitata.

Manca ha infatti dichiarato di essere stato chiamato una mattina per praticare un’isterectomia d’urgenza sulla paziente, che versava già in condizioni gravi. A chiamarlo era stato il ginecologo dell’unità operativa di Ostetricia, che aveva compreso subito quanto il quadro della donna fosse complesso. Qui però c’è da fare una precisazione importantissima: il ginecologo, vedendo quanto la situazione fosse difficile, aveva ammesso di essere “non in grado di trattarla”. 

Quella mattina, però, mancavano sia il primario, che in quei giorni era fuori città, sia la sua vice, che invece era in malattia. Ecco perché il ginecologo in servizio – che in quel momento quindi era “responsabile del reparto” – si è trovare a chiedere il supporto di Manca, l’unico disponibile ad aiutarlo a risolvere quella situazione così delicata, nonostante non fosse quello il suo campo.

Così Viviana, come abbiamo anticipato, è stata prima sottoposta a massicce trasfusioni (si parla addirittura di 17 sacche di sangue), a causa dell’emorragia derivante dal cesareo d’urgenza – si parla infatti di “emergenza con shock ipovolemico da sanguinamento post partum” – poi operata nuovamente per subire l’asportazione dell’utero. Dopo l’intervento, però, come sappiamo, la 41enne è morta.

In sostanza, il primario di Chirurgia generale ha tentato di spiegare come mai fosse presente in un reparto di ginecologia per la gestione della paziente. Intanto adesso c’è da capire quali fossero davvero le condizioni della donna prima dell’ingresso in sala operatoria e la Procura dovrà anche capire se si può parlare di responsabilità mediche. Intanto, però, per l’Asl il caso è chiuso.

Nel frattempo la portata di questa vicenda è stata talmente grande da coinvolgere il Papa, che ha chiamato Giacomo Cofano, il marito di Viviana. Oggi l’uomo si trova da solo a crescere tre figli: la più grande, Emma Maria, di sei anni, e i gemelli, che hanno poco più di un mese.

C’è da aggiungere infine che l’ospedale Perrino di Brindisi era già finito al centro delle cronache: qualche tempo fa, infatti, era stato denunciato Stefano Burlizzi, responsabile della Chirurgia senologica dell’Asl, che aveva ammesso di aver dovuto mandare altri medici della sua equipe al pronto soccorso, dal momento che non era capace di curare le donne malate di tumore.

Non vi sembra di averla già sentita questa ammissione? Il discorso è che all’interno di un ospedale due medici hanno ammesso di non essere stati in grado di curare i loro pazienti e già questo dovrebbe essere approfondito. A questo si aggiunge che un chirurgo generale ha dovuto fungere da ginecologo e anche questo va approfondito. E infine dobbiamo precisare che non è chiaro cosa abbia causato un’emorragia di tale portata (potrebbe essere stata imperizia durante il cesareo, oppure l’intervento successivo di isterectomia potrebbe non essere andato a buon fine), perché un conto sarebbe che qualcosa fosse andato storto a causa di un quadro già compromesso e un altro sarebbe scoprire che Viviana si sarebbe potuta salvare, ma nessuno è stato in grado di farlo, oppure, ancora peggio, che in realtà il suo decesso sarebbe stato causato da un errore. Anche questo va approfondito chiaramente.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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