Sono 5 milioni di persone in Italia a soffrire di emicrania, e se le donne sono le più colpite (il 18% rispetto al 9% degli uomini) anche tra bambini e adolescenti non mancano i casi: nelle sue varie forme colpisce circa 10 minori su 100. Secondo uno studio multinazionale condotto su giovani donne che soffrono di emicrania, il 71% non riesce a svolgere attività lavorativa o scolastica, evidenziando che l’impatto sulla vita possa essere molto evidente. I costi diretti per il Sistema sanitario nazionale sono alti, più di 2,5 milioni di euro, mentre quelli indiretti si attestano sulla cifra di circa 20 miliardi l’anno. A essere altamente invalidante è l’emicrania cronica, caratterizzata da un dolore che si protrae per più di 15 giorni al mese, che colpisce 800mila italiani, circa l’1-2% della popolazione. E ci sono novità proprio per quanto riguarda la terapia per l’emicrania cronica, che può contare su un nuovo farmaco.
GLI ANALGESICI NON CURANO L’EMICRANIA
Tante persone che soffrono di emicrania, o che hanno in famiglia dei casi di questo tipo, in genere ricorrono all’automedicazione attraverso l’utilizzo di analgesici contro il mal di testa, con rischi associati a un uso prolungato e spesso inappropriato della cura. “L’emicrania cronica è in genere l’evoluzione negli anni di una forma episodica che lentamente aumenta di frequenza e tenta di occupare tutto il mese del paziente – osserva Francesco Pierelli, professore ordinario di Neurologia dell’Università Sapienza di Roma – con un impatto sulla qualità della vita molto pesante perché il paziente ha difficoltà lavorative e familiari collegate alla presenza di questi mal di testa, inoltre fa spesso un uso eccessivo di farmaci analgesici con tutti gli effetti collaterali che possono comportare”. E Paolo Martelletti – professore associato di medicina interna dell’Università Sapienza di Roma – evidenzia che “l’emicrania nella forma cronica va curata con farmaci di riduzione della frequenza delle crisi, che non sono gli analgesici”.
L’80% DI CHI SOFFRE DI EMICRANIA CRONICA ABUSA DI FARMACI
Qual è dunque il percorso clinico che deve affrontare il malato di emicrania cronica? “Il paziente con emicrania cronica dovrebbe innanzitutto parlare con il medico di medicina generale ed evitare di addentrarsi nel mondo del web dove si trovano soluzioni improbabili – aggiunge Pietro Barbanti, responsabile del Centro diagnosi e terapia della cefalea e del dolore dell’ospedale San Raffaele di Milano – Poi deve necessariamente rivolgersi a un centro specializzato. L’Italia è uno dei Paesi all’avanguardia nel mondo nella ricerca e cura del mal di testa e i centri di riferimento per l’emicrania sono moltissimi. Lì il paziente può essere trattato e seguito in maniera adeguata, anche per tutte le altre situazioni che affiancano il mal di testa e che l’hanno cronicizzato”.
NOVITA’ NELLA CURA DELL’EMICRANIA
E ad oggi il farmaco che promette una sorta di rivoluzione nella cura del mal di testa cronico è la tossina botulinica di tipo A (Onabotulinumtoxin A), unico farmaco oggi approvato per l’indicazione dell’emicranica cronica, che riesce a ridurre notevolmente il periodo di disturbo. “E’ un farmaco che ha diversi vantaggi perché non si prende per bocca ma viene somministrato con delle piccole punturine a livello della fronte, muscoli delle tempie, muscoli posteriori e del collo. Inoltre, al di là dell’efficacia dimostrata in studi clinici controllati, è molto ben tollerato” – spiega Cristina Tassorelli, professore associato di Neurologia dell’Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Scienze neurologiche del comportamento – “Gli effetti collaterali sono minimi, transitori e relativi alla puntura, non ci sono effetti collaterali sistemici”, prosegue Tassorelli, che sottolinea come: “Il farmaco non dà incontinenza né bruciore allo stomaco e il beneficio inizia già dopo la prima settimana comunque nel primo mese e dura per qualche mese. Dopo 12 settimane bisogna ripetere il trattamento per mantenere il beneficio”. L’esperienza clinica ha dimostrato che la somministrazione ripetuta del farmaco potenzia l’effetto: i pazienti passano da 28 giorni di mal di testa al mese a 20 con il primo trattamento, poi a 15-10. “Si tratta di più di metà vita regalata”, conclude l’esperta.
In collaborazione con AdnKronos
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