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Bufera su Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che ha paragonato il cantiere della Tap a Melendugno ad Auschwitz. “Sembra Auschwitz”, dice il governatore pugliese intervenendo a Radio Capital a proposito di quanto detto dal ministro Carlo Calenda sulla necessità del gasdotto dopo l’incidente in Austria. “Se vedete le fotografie è proprio identico. Hanno alzato un muro di cinta con filo spinato, è impressionante. Stanno militarizzando inutilmente una zona e i cittadini si sentono coartati e vedono in quella struttura qualcosa che ricorda cose tristi della storia”, insiste Emiliano dopo che il conduttore gli fa notare quanto meno l’esagerazione del paragone. Immediata la risposta di Calenda su Twitter che ha definito la frase di Emiliano “grave e irrispettosa”, ma la polemica è esplosa anche sui social e non sono bastate le scuse ufficiali dell’ex magistrato a placarla.
A distanza di un paio d’ore è lo stesso presidente della Puglia a fare le scuse tramite il web per il paragone tra il lager e il cantiere della Tap, la Trans Adriatic Pipeline che, dopo Grecia e Albania, approda in Italia sulle coste vicino a Melendugno, in provincia di Lecce. “Il paragone tra il cantiere Tap e Auschwitz è oggettivamente sbagliato e mi scuso per averlo inopportunamente utilizzato questa mattina in radio durante una diretta”, scrive su Twitter Emiliano.
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Le scuse però non sono bastate a spegnere la polemica innestata con il ministro Calenda, con cui Emiliano ha avuto un grave scontro anche per la questione Ilva di Taranto. Ad alimentare le fiamme sono state le parole del governatore pugliese in radio.
Oltre al paragone con Auschwitz, Emiliano si è infatti scagliato contro il rappresentante del Mise che penserebbe solo al business e “non ai morti” in merito alla vicenda Ilva.
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“Il Governo ci impone l’approdo sbagliato del Tap e poi vuole ricostruire l’Ilva come nell’Ottocento. Calenda fa la tipica disinformatia sovietica”, prosegue il governatore nel suo intervento radiofonico. Anziché parlare della salute dei cittadini e cercare una tecnologia compatibile alla produzione dell’acciaio con la salute stessa, dice che ha paura che Mittal se ne vada. Non si preoccupa dei morti, meglio non averlo come Ministro della Repubblica”.
Non solo. Calenda, a suo dire, “si preoccupa del business e non dei cittadini, media tra la lobby del carbone e quella del gas, risponde a loro anziché all’interesse pubblico e poi terrorizza con il ricatto occupazionale”.
Durissima la replica del ministro via Twitter che chiede di riportare la polemica nel solco della normale diatriba politica. “Dire che sostengo il TAP per favorire le lobby e trovarmi un posto di lavoro è infantile e volgare ma tutto sommato innocuo, dire che il cantiere è uguale ad Auschwitz è grave e irrispettoso. Cerca di rientrare nei limiti di un confronto civile” scrive Calenda.
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Qualche ora prima, il ministro aveva replicato a muso duro alle nuove accuse di Emiliano sull’azienda siderurgica tarantina. “Su ILVA sostengo la lobby del carbone contro quella del gas e su Tap quella del gas contro quella del carbone. E quei poveracci della lobby del petrolio?! Prossima puntata scie chimiche e Stato Imperialista delle Multinazionali”, si legge nel tweet.
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