Emmanuel Carrère con Il Regno, l’ultimo suo libro edito da Adelphi, racconta le origini e la diffusione del Cristianesimo in un mondo, quello del Mediterraneo, che si snoda dalla Turchia alla Siria passando da Gerusalemme fino a Roma. Un grande saggio/racconto – che molti considerano già candidato al Premio Goncourt – frutto di una lunga e laboriosa opera di documentazione e di scrittura, per un lavoro imponente che, se da una parte ha affascinato pubblico e critica, dall’altra ha lasciato tutti un po’ perplessi perché, pur riallacciandosi ad una tradizione narrativa ormai consolidata, quella religiosa e spirituale, l’autore ne deforma totalmente gli schemi, sia per la ‘materia’ vera e propria, che per i personaggi raccontati.
Il Regno, dunque, è il nuovo romanzo di Emmanuel Carrère, uscito in versione originale il 10 settembre 2014 con il titolo Le Royaume, ed ora nelle librerie italiane pubblicato da Adelphi. La storia, come già detto, è quella del Cristianesimo, che l’autore racconta dal punto di vista di chi, seppure per breve tempo, in questa religione c’ha creduto.
Dopo aver attraversato, più di vent’anni fa, un periodo di profonda conversione che lo ha portato a studiare i testi sacri e il Vangelo, lo scrittore francese ha sentito il bisogno di tornare su quegli argomenti, non già come cristiano – la sua conversione è durata solo tre anni – ma da ex credente, da ‘investigatore‘ e da romanziere, sfruttando l’enorme quantità di appunti presi durante i suoi studi, rivelatisi preziosissimi nella stesura di quest’ultimo lavoro. Nasce così una sorta di inchiesta, di resoconto ‘su quella piccola setta ebraica che sarebbe diventata il cristianesimo’, raccontata da un cronista d’eccezione che, con l’occhio attento e critico del biografo – ricordiamo che Carrère è l’autore di Limonov, la biografia romanzata del poeta ed attivista politico ucraino Eduard Limonov, vincitore, tra l’altro del Premio Renaudot nel 2011 – ricostruisce con una certa fedeltà la storia complessa e delicata di una delle religioni più diffuse del mondo.
Ma, come dicevamo, l’autore lo fa in modo insolito, descrivendo gli uomini e gli eventi del I secolo dopo Cristo quasi fossero di oggi: in primis Saulo, l’ebreo che perseguitava i cristiani, il cittadino romano di Tarso, carismatico e affascinante, che dopo la conversione ha universalizzato la parola di Cristo con il nome di Paolo; con lui Luca, l’evangelista, il medico discreto e molto istruito che, accompagnandolo nelle sue peregrinazioni, ne ha raccontato le gesta negli Atti degli Apostoli. E ancora Pietro, Giacomo, Giovanni, Nerone e il suo precettore Seneca, l’imperatore Costantino e lo storico Flavio Giuseppe, la guerra giudaica, la persecuzione dei cristiani e l’incendio di Roma, senza dimenticare, ovviamente, la figura di Cristo. Il tutto accentrato in un romanzo che, si legge in rete, diventa ‘un’avventura erudita ed esaltante, screziata di autoderisione e di un sense of humour’, in cui non mancano – come già per i romanzi precedenti – elementi di vita privata, accenni alla moglie, ad un amico buddhista, ad una baby sitter matta e perfino ad un video porno trovato in internet.
Tuttavia, ed è questa la maggiore perplessità della critica, manca un personaggio-chiave reale, un protagonista esemplare che – così come le opere carreriane del passato – dia forza al romanzo che si legge un po’ a fatica.
Sebbene un po’ ‘tiepido’, dunque, rispetto alla materia affrontata, Il Regno rimane pur sempre un’opera eccellente, in cui storia del Cristianesimo, storia romana e storia ebraica si mescolano dando vita ad un saggio dal sapore romanzato. Qui Carrère – uno dei migliori ‘affabulatori’ di Francia, che oltre ad essere scrittore è anche giornalista, sceneggiatore e persino regista – non manca di inserire, com’è nel suo stile, spunti autobiografici, letterari e d’attualità, affrontando il tema della fede dal punto di vista chi è stato credente per poi tornare ad essere un ‘ateo scettico ed illuminato’.