Le infermiere spiate lavoravano nello stesso ospedale id Empoli, dove alcuni uomini avevano allestito un vero e proprio sistema di spionaggio.
Perquisiti e indagati i tecnici accusati di aver spiato le infermiere.
Le forze dell’ordine stanno conducendo le indagini a carico di alcuni tecnici che avevano accesso al locale dove è stato trovato il monitor collegato alla telecamera.
Le infermiere spiate per scopi di voyeurismo sono molte, tutte dipendenti del San Giuseppe di Empoli, dove al termine dei loro turni si recavano in bagno per una doccia rilassante.
Violate nella loro intimità nell’unico momento di riposo dopo una giornata di faticoso lavoro ed estenuanti turni nei reparti anti-Covid, le infermiere sono allibite da quanto accaduto.
Le indagini sono condotte dal pm Sandro Cutrignelli e le forze dell’ordine hanno perquisito nei giorni scorsi due persone.
Si tratta di tecnici che lavoravano regolarmente all’interno della struttura, i quali avrebbero messo a punto un sistema avanzato per spiare le lavoratrici durante le docce.
Le donne che avevano accesso alle docce erano circa un centinaio e resta da chiarire se ci siano solo video o anche delle registrazioni.
I tecnici lavoravano ogni giorno all’interno dell’ospedale e avevano messo a punto un vero e proprio sistema avanzato di spionaggio installando monitor, telecamere e quant’altro per riprendere le donne nude.
Le infermiere spiate sono circa un centinaio, ossia coloro che avevano accesso a quelle specifiche docce.
Gli indagati sono due uomini, lavoratori del nosocomio, e i carabinieri stanno ipotizzando il reato di revenge porn a loro carico.
L’edizione fiorentina di Repubblica ha riportato la notizia riferendo che l’indagine è seguita dai carabinieri di Empoli, coordinati dal pm Cutrignelli.
Gli agenti hanno effettuato diverse perquisizioni in questi giorni e fra i reati c’è quello di interferenze illecite nella vita privata.
Al momento, i tecnici sono stati licenziati e allontanati dal San Giuseppe, anche a seguito delle rivolte non solo delle lavoratrici violate nel loro intimo, ma anche delle altre che non sono coinvolte nella faccenda.
Resta da chiarire se chi ha installato le telecamere nelle docce abbia anche registrato le immagini che venivano riprese, ed eventualmente, stabilire che uso ne abbia fatto.
A tal proposito indaga anche la polizia postale che sta controllando in rete eventuali pubblicazioni illecite di tali immagini.
Un reato gravissimo, l’ennesimo a carico delle donne, e i reati aumenteranno se verranno confermate le pubblicazioni di foto e video, infatti scatterebbe l’accusa di revenge Porn, ossia la diffusione, non autorizzata dai diretti interessati, di contenuti sessualmente espliciti che li riguardano.
Secondo quanto emerso, il monitor che era collegato alle minuscole telecamere di cui sono rimaste vittime le infermiere spiate, era stato installato sulla parete di una stanza attigua ai locali doccia, nascosto da un attaccapanni e quindi chi lo utilizzava aveva solo bisogno di spostare leggermente gli abiti che venivano posizionati intenzionalmente, passando dunque inosservato.
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