L’accesso all’energia è fondamentale in ogni realtà. ”Se manca l’energia, manca tutto. Serve, a mio avviso – dice Marco Rotondi – uno sforzo congiunto, non solo delle multinazionali dell’energia, ma anche dei Paesi, per colmare il gap energetico. Esso non può essere colmato solo con l’energia immessa nel grid, nella rete, perché ci sono zone molto remote e rurali dove si deve pensare in maniera alternativa. Con micro grid e sfruttando anche le energie rinnovabili”.
E’ la ricetta proposta da un gigante del settore, Eni, nelle parole del direttore generale nella Repubblica del Congo, Marco Rotondi. Per il quale sarebbe auspicabile azzerare le differenze e potere offrire a tutti le medesime risorse energetiche. ”Come Eni ci stiamo lavorando tantissimo e ci stiamo lavorando soprattutto nei Paesi dove operiamo. Lo stiamo facendo in Congo, attraverso il gas e altri progetti di energia rinnovabile. Ci siamo impegnati da sempre. E’ nel nostro dna, e soprattutto del nostro fondatore Mattei, l’approccio dual flag”.
Chiudendo il gap energetico tra Nord e Sud del mondo si può garantire uno sviluppo equo e reale a tutti. Come fare? Ciò che è emerso durante lo speech Eni all’interno del ‘SingularityU Italy Summit 2018‘ che si è svolto a Milano è che la tecnologia esponenziale rappresenta una leva fondamentale.
Il futuro è nelle tecnologie esponenziali
Le tecnologie esponenziali rappresentano dunque il motore per il futuro. Importante è avere la consapevolezza di come vanno utilizzate e di quali sono i fabbisogni primari. “A volte – spiega Dario Pagani, vicepresidente esecutivo Uct e Cio del colosso energetico – portiamo stereotipi o modelli che possono essere validi in alcune aree geografiche, una per tutte l’Occidente, mentre in altre aree della terra sono diverse le necessità. Lo vediamo proprio nella piramide dei fabbisogni, come essi cambiano: i nostri ragazzi, o noi stessi, cerchiamo in modo esasperato wi-fi, copertura, powerbank. In altre aree del mondo, invece, la tecnologia esponenziale può essere più utile all’aspetto alla salute, all’accesso all’istruzione, l’informazione. Dunque tecnologia esponenziale sì, dipende dalla sua applicazione. Dal nostro punto di vista – sottolinea – vanno sempre contestualizzate”.
In collaborazione con AdnKronos