La necessità di fare il più possibile a meno dei combustibili inquinanti ha dato un forte impulso in campo energetico allo sviluppo delle cosiddette fonti rinnovabili: tra esse l’energia eolica è una delle più diffuse in tutto il mondo, in virtù anche della combinazione tra agevolazioni fiscali attuate dai governi e l’economicità stessa di questa modalità di sfruttamento dell’energia del vento. Tuttavia ogni scelta comporta un prezzo, ed anche l’impatto ambientale dell’energia eolica ha un costo non indifferente, tanto che sorgono continuamente nuovi comitati di protesta contro l’installazione di questi ‘eco-mostri’.
Il problema ambientale si sta ponendo dunque per ogni forma energetica, e non soltanto per coloro che generano CO2 ed altre sostanze devastanti per la salute pubblica e le biodiversità del pianeta. Proviamo a vedere maggiormente nel dettaglio i punti critici dell’eolico, a cominciare dall’impatto paesaggistico.
Paesaggio
Il problema avvertito come più urgente sta sorgendo soprattutto in quelle parti di territorio, in Italia come in altri Paesi del mondo, dove sono spuntati come funghi numerose pale in relativamente pochi metri quadri: questi enormi mulini a vento degli anni Duemila costituiscono quasi sempre una bruttura deturpando il paesaggio, e la densità territoriale viene avvertita soprattutto dalle popolazioni locali come un problema. In Italia ad esempio un gran numero di torri sono sorte in alcune Regioni soprattutto del Centro-Sud e nella catena degli Appennini, come Abruzzo e Molise o nelle isole maggiori Sicilia e Sardegna. Ma a generare un forte impatto sul territorio non ci sono solo le pale eoliche, ma anche tutte le strutture interconnesse quali fabbricati ed elettrodotti, necessari per distribuire l’energia prodotta dal vento fino ai consumatori. Da qui la necessità di dover creare delle apposite aree riservate alle strutture eoliche senza concentrarle diffusamente ovunque, e senza criterio: una scommessa tutt’altro che facile da vincere.
Impatto sul mare
Proprio per ovviare ai problemi legati al territorio, lo sviluppo tecnologico in campo eolico in comune accordo con la volontà politica sta portando avanti progetti che prevedono l’installazione di nuove centrali eoliche in mare aperto, dove oltretutto le raffiche del vento sono molto più potenti, ottenendo dunque un duplice vantaggio sia in termini energetici che ecologici. Tuttavia anche in questo caso sorgono problemi, anzi il problema si sposterebbe dalla terra al mare, senza contare la presenza di questioni legate alla sicurezza della navigazione: parchi eolici marini dovrebbero essere inseriti nella cartografia marittima per garantire la sicurezza della navigazione in mare aperto.
Cemento e appalti: gli interessi mafiosi
Nel momento in cui l’eolico è diventato un business fiorente, le organizzazioni criminali si sono ingolosite fiutando l’affare: risalgono al 2012 le prime inchieste che hanno fatto luce sugli interessi di Cosa Nostra riguardo la possibilità di acquistare e vendere lotti di terreno, distribuire tangenti e assicurarsi subappalti. Maurizio de Lucia, sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, affermò a suo tempo ai giornali: ‘L’energia alternativa è il futuro, dunque non è bloccando l’eolico o il fotovoltaico che possiamo mettere un argine alle infiltrazioni. Piuttosto, sono necessari presidi di legalità, che non sono soltanto gli spazi di intervento classico del giudice penale. È necessario agire in modo ampio: intanto, con la semplificazione amministrativa, poi è necessaria la tracciabilità dei flussi finanziari: dobbiamo sempre sapere da dove arrivano i soldi e a chi appartengono‘. Anche in un business come quello delle energie rinnovabili si corre dunque il rischio di attirare gli interessi speculativi delle organizzazioni criminali: e siccome le pur sofisticate tecnologie del settore necessitano di terreni da cementificare per far sorgere le strutture, la soglia di attenzione deve rimanere sempre elevata.
Conseguenze sugli animali
Come convivono gli animali con i parchi eolici? Non tutti in maniera ottimale. Se le specie da pascolo hanno dimostrato di poter convivere con le turbine in azione, diversi studi hanno segnalato un incremento di mortalità tra gli uccelli e i pipistrelli: soprattutto i rapaci rappresenterebbero una delle specie maggiormente a rischio, così come altri esemplari della fauna aviaria in via di estinzione. Altri studi confluiti in una meta-analisi sul problema, comprendente oltre 600 ricerche, hanno evidenziato invece come le pale eoliche rappresentino tutto sommato il male minore anche per gli animali. Si legge ad esempio che ‘le turbine eoliche sembrano costituire una minaccia significativa, in quanto tutte le loro esternalità negative sono concentrate in un unico luogo, mentre quelle provenienti dai cicli convenzionali e nucleari sono sparsi in tutto lo spazio e il tempo. La mortalità aviaria e l’energia eolica ha di conseguenza ricevuto molta più attenzione e ricerca rispetto ai decessi associati all’uso del carbone, petrolio, gas naturale e generatori di energia nucleare‘. Ad ogni modo numerose associazioni ambientaliste chiedono maggiore attenzione alle istituzioni per l’avifauna, poiché le pale eoliche potrebbero rendere inutili tutti i progetti di reinserimento di questi animali in via di estinzione nel loro habitat naturale.
Inquinamento acustico
L’ultimo aspetto riguardante l’impatto ambientale dell’eolico è in realtà il più controverso, legato alla presenza di rumore. All’epoca dei primi sviluppi dell’energia eolica venivano installati nelle macchine generatori elettrici non specificatamente progettati per quelle pale, e questo comportava a detta di alcuni studiosi effettivamente un forte inquinamento acustico. Oggi le pale eoliche sono molto più silenziose, e la criticità, se in passato c’è stata, può dirsi del tutto eliminata con le macchine di ultima generazione. Studi specifici del settore hanno confermato pochi anni fa una sostanziale ininfluenza del rumore prodotto dalle turbine sulla salute pubblica.