Le energie rinnovabili sono il futuro, e non soltanto dal punto di vista ambientale. Un recente report dell’International Renewable Energy Agency (Irena) rivela che il settore delle energie rinnovabili ha dato lavoro a 7,7 milioni di persone in tutto il mondo, direttamente o indirettamente, nel 2014. Mentre la ricerca prosegue incessantemente il proprio lavoro, per provvedere in maniera ecologica e pulita al fabbisogno energetico, senza consumare le risorse della Terra in maniera irrimediabile, la convenienza economica cresce di pari passo, e a beneficiarne è anche il mondo del lavoro.
In un momento storico spaventoso per la crisi economica, che ha lasciato sul tappeto milioni di posti di lavoro e una disoccupazione galoppante in numerosi Paesi, il dato confortante è che il settore delle rinnovabili è in continua crescita, una felice concordanza in cui ecologico ed economico vanno a braccetto senza guardarsi in cagnesco come vuole la vulgata comune, dove la logica del profitto sembra sempre prevalere a danno dell’ambiente. Da un anno all’altro c’è stato un aumento degli occupati del 18 per cento, passando da 5,7 milioni di occupati a 7,7: grazie a questo ritmo di crescita, secondo le stime dell’Agenzia internazionale, il dato potrebbe triplicare nei prossimi 15 anni, arrivando a 21 milioni di lavoratori entro il 2030, vista la richiesta sempre maggiore di energie rinnovabili.
Va detto che purtroppo il dato non è omogeneo in tutto il mondo, e solo per restare nell’Unione Europea, esiste un forte dislivello tra i Paesi del Nord Europa e quelli dell’area mediterranea, Italia in testa, che appare piuttosto indietro nello sfruttamento delle energie rinnovabili, a dispetto delle enormi potenzialità, rispetto a nazioni come la Germania, l’Inghilterra o i Paesi scandinavi, ma anche rispetto alla vicina Francia, in tutti i campi, dal fotovoltaico al biogas. Senza contare che il business delel rinnovabili presenta un’altra faccia poco gradevole, quella di chi ad esempio vorrebbe costruire impianti eolici giganteschi all’interno di parchi naturali, come purtroppo riportano sovente le pagine di cronaca dei nostri quotidiani. Laddove ancora una volta vede la logica del profitto prevalere sulla tutela dell’ambiente, in assoluto spregio non solo ad un’idea di futuro sostenibile, ma anche semplicemente al buon senso.