[didascalia fornitore=”ansa”]Enrico e Carlo Vanzina, in posa durante il photo call del loro film ‘Buona giornata’[/didascalia]
Enrico e Carlo Vanzina, il duo brillante del cinema italiano si è spezzato. Il regista Carlo è morto ieri all’età di 67 anni dopo una lunga malattia e il fratello Enrico ne piange la scomparsa. Figli d’arte, il loro papà era Steno (Stefano Vanzina ndr) inventore della commedia all’italiana. I due fratelli sono cresciuti sul set e il set è diventata la loro vita. ‘Per me era tutto, ho il cuore a metà’, ha dichiarato Enrico commentando la scomparsa del fratello Carlo.
Enrico Vanzina affida al Messaggero una lunga lettera in ricordo del fratello Carlo. Le parole dello sceneggiatore e scrittore colpiscono perché piene di affetto e calore nei confronti del regista che lo ha sempre accompagnato non solo nella vita privata, ma anche nella vita lavorativa. ‘Ecceziunale veramente’, ‘Sapore di mare’, sono solo alcuni dei titoli di successo dei fratelli Vanzina che hanno arricchito e colorato la commedia all’italiana.
‘Per me, Carlo era tutto. Era mio fratello, era il mio migliore amico, era il mio confidente e io il suo, era il mio alter ego nel lavoro. Siamo stati insieme praticamente tutti i giorni della nostra esistenza, prima da piccoli, poi da adolescenti, poi lavorando insieme’, ha scritto Enrico Vanzina ricordando il fratello che non c’è più.
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Domani, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma si celebreranno i funerali e calerà il sipario su una delle pagine più belle, colorate e ricche del cinema italiano. ‘Carlo è stato il mio passato ed era il mio futuro. Essendo il fratello maggiore ho provato a proteggerlo per tutta la vita. Non ce l’ ho fatta. Come diceva George Simenon: ‘bisogna accettare la vita come viene, lei è più forte di noi’. Ma adesso che lui non c’è più sono spezzato a metà, con il cuore a metà’, si legge ancora nella lunga lettera di Enrico Vanzina.
Soltanto due anni di differenza tra Carlo ed Enrico Vanzina, i due fratelli sono praticamente cresciuti insieme ed è stato papà Stefano a fargli amare la cinepresa e in generale il cinema. Spesso sul set con Steno, i due hanno assaporato fin dall’infanzia la bellezza della settima arte, poi sotto la guida di Mario Monicelli, lo stesso Steno e Alberto Sordi sono diventati il duo eccellente della commedia all’italiana.
Enrico ricorda Carlo come un grande papà, un uomo elegante, simpatico, spiritoso di ‘un’intelligenza e una cultura mai sbandierata’. ‘Era un lavoratore infaticabile. Non era mai invidioso. Si rallegrava del successo degli altri. Non era mai maligno. Mai vendicativo. Mai presuntuoso. Mai volgare. Era, nei modi e nel pensiero, un uomo elegante. Si può dire di lui quello che si è sempre detto di nostro padre Steno: ‘Carlo era un gran signore’, sono le bellissime parole di Enrico Vanzina.
Poi il ricordo, struggente e commovente di uno degli ultimi giorni della vita del regista. ‘Una mattina, mentre stavamo inventando la scena di un nuovo film, si è messo a fissare il vuoto. Nello studio è calato un silenzio infrangibile. Poi lui si è alzato, è venuto vicino a me, mi ha accarezzato lievemente la testa e mi ha detto. ‘Stai tranquillo, io ho avuto una vita meravigliosa’. Per me è stata una fucilata al cuore. Era il suo addio prematuro. Dolce, come lo era lui. Rassicurante, come lo era lui. Forse è stata la più bella battuta che abbia mai inventato’, si legge in conclusione nella lettera di Enrico Vanzina.
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