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Epatite C Zero: la serie web per raccontarla e informare su cura e prevenzione

La web serie Epatite C Zero è formata da cinque episodi che sono stati girati on the road nel centro Italia. Diretta da Valerio Di Paola e presentata ufficialmente al Roma Web Fest, si avvale della produzione esecutiva di Nicola Liguori e Tommaso Ranchino, specializzati in spot e film di interesse sociale nel campo della salute e benessere. Il racconto è un viaggio coast-to-coast che attraversa l’Italia, dall’Adriatico al Tirreno, dove i protagonisti raccontano l’epatite C dal punto di vista dei pazienti, coinvolgendo lo spettatore in una riflessione su una malattia così complessa.

Un viaggio in auto di 6 sconosciuti – 4 pazienti, un’infettivologa e un ospite – è la metafora scelta per veicolare informazioni corrette attraverso il linguaggio diretto e fresco della web serie. ‘Epatite C Zero‘ è anche il nome di una campagna promossa da Msd Italia in collaborazione con EpaC onlus e con la supervisione scientifica di Fire – Fondazione italiana per la ricerca in epatologia, per rendere più consapevoli i cittadini dei rischi legati all’Hcv, ma anche per promuovere la prevenzione e informare sulle nuove opportunità terapeutiche.

L’infezione da epatite C è causata dal virus HCV che nel 60-70% dei casi cronicizza e nel tempo può danneggiare il fegato, portando alla cirrosi. La cirrosi epatica è una delle più comuni cause di epatocarcinoma e di trapianto di fegato. In Italia si stima che oltre 300mila persone hanno l’epatite C. Dal dicembre 2015 al 20 novembre scorso, i pazienti avviati ad almeno un trattamento contro il virus dell’epatite C sono stati 102.240, come indica il monitoraggio dei trattamenti con i nuovi farmaci ad azione antivirale diretta di seconda generazione (DAAs).

Ma se fino a poco tempo fa l’epatite C era considerata un tunnel con poche vie d’uscita, oggi, grazie all’introduzione di nuove terapie e a un nuovo obiettivo di sanità pubblica che ha aperto l’accesso ai trattamenti innovativi, lo scenario è cambiato e la malattia può essere paragonata a un viaggio con un inizio e con un finale positivo, nella maggior parte dei casi. Un viaggio che ogni paziente affronta in modo diverso, con la sua storia, le sue speranze, le sue esigenze specifiche.

“I pazienti diagnosticati con Hcv – spiega Loreta Kondili, ricercatrice dell’Istituto superiore di sanità e coordinatrice di Piter (Piattaforma italiana per lo studio della terapia delle epatiti virali) – rappresentano solo la parte visibile dell’iceberg dei pazienti infetti. Infatti, un numero non ben definito di persone che ha contratto l’infezione non sviluppa sintomi evidenti e dunque è difficile che venga identificata e trattata”. “A questo proposito, avvalendoci dei dati della piattaforma Piter e dei dati di trattamento forniti dall’Aifa, ci siamo proposti di studiare delle strategie per aumentare il cosiddetto ‘linkage to care’ (i pazienti identificati e seguiti nei centri di cura), come un eventuale screening mirato su particolari gruppi della popolazione generale con maggiore probabilità di alta prevalenza”, sottolinea.

“Campagne educazionali come Epatite C Zero rivestono un ruolo di rilievo nell’informare tutte quelle persone che convivono con l’infezione da epatite C e che non sono ancora pienamente consapevoli del fatto che oggi si può guarire grazie a soluzioni terapeutiche efficacissime, veloci e con effetti collaterali limitati – afferma Ivan Gardini, presidente EpaC onlus – Il nostro obiettivo è di lavorare con tutti gli interlocutori per fare in modo che sempre più persone possano essere curate, nel minor tempo possibile”.

I 5 episodi della serie, co-prodotta da Pro Format Comunicazione e Meltin’Pot, saranno pubblicati sul sito www.epatiteczero.it con cadenza settimanale a partire dal 28 novembre. Inoltre, nel 2018, è previsto un calendario di incontri aperti al pubblico nei quali i video della web serie saranno utilizzati come introduzione al dibattito sulla gestione dell’epatite C e la sua prevenzione. Agli incontri parteciperanno specialisti, rappresentanti delle associazioni dei pazienti e rappresentanti delle Istituzioni del territorio.

In collaborazione con AdnKronos

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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