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Equinozio di primavera, che cos’è e perché si chiama così

Il 20 marzo 2018 inizia la primavera, anche se in tante città del nord Italia il Burian Bis continua a tenere basse le temperature. L’inizio della bella stagione coincide simbolicamente con l’equinozio di primavera, ed esattamente come nell’equinozio d’autunno, che avviene sei mesi prima, dal punto di vista astronomico tale evento cade nel momento della rivoluzione terrestre intorno al Sole, in cui il nostro astro si trova allo zenit dell’Equatore, ossia nel punto più elevato. Ma che cos’è l’equinozio di primavera? Cosa vuol dire questa strana parola? E in che giorno cade esattamente? Qui di seguito rispondiamo a queste comuni domande, tenendo conto anche delle curiosità legate a quello che viene comunemente definito il primo giorno di primavera.

La parola equinozio deriva da aequinoctium, un termine latino derivato a sua volta da ‘aequa-nox’ che significa letteralmente notte uguale, ad indicare una durata del periodo notturno equivalente a quello diurno. L’equinozio, come il solstizio, rappresenta convenzionalmente il momento di avvicendamento tra una stagione e l’altra, e l’equinozio di primavera si caratterizza per la particolarità astronomica secondo cui i raggi solari si posizionano in maniera perpendicolare al movimento di rotazione della Terra: questo accade perché l’asse terrestre, che possiede un’inclinazione di 23°27′, è in una posizione quasi parallela al Sole. Proprio la natura dell’inclinazione terrestre è il motivo per cui eclittica ed equatore celeste non cadono esattamente sullo stesso piano.

Equinozio di primavera, quando cade?

Molte persone ritengono che l’equinozio di primavera cada sempre il 21 marzo, ma si tratta in realtà di un errore: invero questo istante in cui il Sole passa dall’emisfero australe a quello boreale può cadere il 19, il 20 e il 21 marzo. Nel 2018 l’equinozio di primavera cade il 20 marzo, per la decima volta consecutiva, mentre dal 2044 si prevede ad esempio che negli anni bisestili l’equinozio cadrà il giorno 19: inizialmente la data venne fissata il 25 marzo, fu poi l’istituzione del calendario gregoriano alla fine del Cinquecento, che intendeva ripristinare l’allineamento fra le date e gli eventi astronomici fissati al tempo del Concilio di Nicea, tenutosi nel 325 d.C., a portare l’equinozio di primavera alle date attuali.

Le curiosità sull’equinozio di primavera

Gli aspetti culturali legati all’equinozio di primavera sono numerosi e coinvolgono sin dall’antichità popolazioni di ogni epoca e latitudine, esattamente come per il suo omologo autunnale. Ad esempio cade proprio in questo giorno una delle feste pubbliche egiziane, le cui tracce risalgono addirittura a 4700 anni fa, denominata Sham El Nessim, e sempre l’equinozio di primavera rappresentava la festa del Nuovo Anno nell’antica Mesopotamia, diventando oggi il primo giorno del calendario per molte culture arabe, come in Iran. Ancora, in Giappone questo giorno viene considerato una festa nazionale ufficiale, che la popolazione trascorre facendo visita alle tombe di famiglia, in cui tutti i componenti si riuniscono appositamente per le celebrazioni.

All’equinozio di primavera sono poi legati numerosi proverbi, declinati in termini vernacolari a seconda dei territori di provenienza, che segnano appunto l’inizio della nuova stagione e l’addio all’inverno, aforismi e motti tipici del mondo rurale e contadino che sono giunti fino ai nostri giorni. Il più comune è forse quello che recita ‘Marzo marzotto, il giorno è lungo come la notte‘, ad indicare proprio questa peculiarità associata all’equinozio primaverile, sebbene l’equivalenza di 12 ore fra giorno e notte non sia esattamente tale, sempre per le caratteristiche astronomiche descritte in precedenza. E restando ai proverbi famosi, non possiamo non citare in ultimo l’arcinoto ‘una rondine non fa primavera‘: perché oggi sarà pure l’inizio ufficiale della bella stagione, ma i capricci del clima raramente si accordano con le date del calendario, e marzo frequentemente mostra tutta la sua volubilità alternando giornate assolate a improvvise recrudescenze invernali. Occhio quindi a non mandare i cappotti in soffitta prima del necessario.

Giulio Ragni

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