I contribuenti italiani stanno per dire addio a Equitalia, nemico numero uno e capro espiatorio di tutti i mali del Paese. La società incaricata della riscossione dei tributi in nome dell’erario italiano è destinata ad essere accorpata con l’Agenzia delle Entrate. Un passaggio che era già nell’aria da tempo e che il governo Renzi ha deciso di accelerare, decretando la fine di un’era e scatenando, al tempo stesso, una serie di interrogativi. La prima e più ovvia: chi controllerà se paghiamo le tasse? Chi sarà incaricato della riscossione dei tributi?
La carriera di Equitalia, dunque, è durata ben poco. Fino al 1995, infatti, la riscossione dei tributi era deputata a una miriade di agenzie diverse, che operavano a livello territoriale. L’unione delle realtà maggiori ha dato poi vita a questa nuova entità chiamata Equitalia, che ha impiegato davvero poco per diventare fulcro dell’odio della popolazione italiana nei confronti della pressione fiscale. C’è da dire che non è stata neanche aiutata dai suoi compiti poco nobili (come i pignoramenti) e dai continui errori che hanno segnato il suo operato (mai sentito parlare di cartelle pazze?). Mettiamoci un recente scandalo tra fondi neri ed evasione fiscale e il cerchio è chiuso. Ciò non toglie, comunque, che il ruolo di una società come Equitalia sia centrale in un Paese dedito ai trucchi e ai sotterfugi per evitare le scadenze col Fisco.
La sparizione di Equitalia, dunque, non deve essere letta come un segno di debolezza nella lotta all’evasione fiscale. Anzi, è proprio il contrario, perché la fusione con l’Agenzia delle Entrate garantirà quella sinergia che è (a volte) mancata, soprattutto nella condivisione delle banche dati e delle informazioni sui contribuenti. Già oggi l’Agenzia delle Entrate è il primo ‘azionista’ di Equitalia, con il 51% delle partecipazioni, mentre l’altro 49% è attribuito all’Inps. Ente Previdenziale che ben poco ha a che fare con la riscossione tasse. Ecco perché riportare Equitalia nell’alveare da cui è nato consentirà al Fisco di agire con strumenti unici e senza due teste che non comunicano.
Il primo passo concreto in questa direzione sarà l’addio di Attilio Befera, il direttore soprannominato ‘Mr. Fisco’, che sarà sostituito da un nuovo dirigente da scegliere tra il magistrato Francesco Greco e l’attuale vicedirettore dell’Agenzia Marco Di Capua. Per il resto il processo di prospetta lento e graduale, per evitare forzature in un periodo già piuttosto complesso dal punto di vista fiscale (il caos Tasi insegna). Quel che è certo è che, con l’accorpamento, sarà direttamente l’Agenzia delle Entrate a vigilare e intervenire in caso di mancato pagamento delle imposte. Chi gioisce per la morte di Equitalia, sperando forse in una vita più facile, forse non ha fatto bene i conti. Gli effetti di questa decisione si vedranno solo nei prossimi mesi.