Una ventenne a Milano è morta dopo aver mangiato un tiramisù vegano e un panino con la maionese: era allergica al latte e all’uovo e verosimilmente aveva scelto quei prodotti convinta al 100% che non potessero contenerne tracce. E invece, subito dopo averle ingerite, si è sentita male, è arrivata al San Raffaele con uno shock anafilattico in atto e, dopo circa dieci giorni di coma, è morta ieri. Attualmente il pm ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo e ha disposto l’autopsia, che darà maggiori certezze sulla causa precisa del decesso.
Una ragazza di soli vent’anni è morta, dopo aver cenato fuori insieme al fidanzato a Milano. La causa del decesso, a quanto pare, è uno shock anafilattico causato dal tiramisù oppure dalla maionese che ha ingerito: la ragazza ne aveva scelto appositamente uno vegano nel primo caso, essendo allergica al latte e una prodotta dal locale stesso essendo allergica anche all’uovo e invece subito aver ingerito questi prodotti si è sentita male. Adesso resta da capire cosa esattamente ne abbia causato il decesso.
Immaginate di stare a cena con il/la vostro/a partner, di avere vent’anni (al massimo pochi di più) e di vederlo/a quasi morire praticamente davanti ai vostri occhi. Immaginate di essere stati sicurissimi che il/la vostro/a partner, allergica al latte e all’uovo, stesse mangiando un prodotto vegano e quindi, in quanto tale, privo di ogni traccia di latte e latticini e, poco prima, avesse ingerito un panino con la maionese prodotta dal locale stesso, certa che non contenesse l’uovo. E, soprattutto, immaginate di vivere per sempre così, con l’immagine che della persona che amate che si spegne di fronte a voi per aver mangiato fuori. Insieme a voi.
E adesso immaginate tutto questo sapendo che non è una supposizione, è la realtà. Questo è quello che è accaduto a una giovane coppia a Milano.
Prima di procedere con il racconto, però, per capire di più su questa vicenda, è bene cercare di inquadrare questa situazione e cercare di capire cosa sono l’allergia al latte e quella all’uovo esattamente e cosa rischia chi ne è affetto. Innanzitutto sappiate che entrambe sono tra le più comuni al mondo e non lo specifichiamo per spaventare nessuno, ma solo per far capire che la ragazza poteva essere chiunque, in qualunque parte del globo.
Per quanto riguarda il latte, in genere il processo è questo: questa allergia compare soprattutto tra neonati e bambini fino ai cinque anni e scompare in genere tra l’infanzia (dopo i cinque anni ovviamente) e l’adolescenza. Vi sono però casi in cui questo non accade e quindi la patologia permane, ma spesso non è neanche diagnosticata: basti pensare che, stando ai numeri emersi da un’indagine della European Centre for Allergy Research Foundation, il 2,3% della popolazione sospetta di avere un’allergia al latte, ma solo nello 0,6% dei casi questa viene poi effettivamente rilevata.
Per quanto riguarda l’uovo, invece, questa non è molto diversa dalla precedente: allo stesso modo, infatti, è diffusa soprattutto tra i più piccoli e sparisce in genere durante l’adolescenza.
Ma perché queste nascono? Il problema nelle allergie in generale è la reazione del sistema immunitario ai cosiddetti allergeni. Riassumendo, l’organismo identifica, sbagliando, come pericolose alcune sostanze. In pratica è come se vedeste un oggetto e lo scambiaste per qualcosa che possa costituire un rischio per voi e quindi iniziaste ad allontanarlo con tutte le vostre forze per difendervi: è esattamente quello che accade in questi casi.
Parlando nello specifico del latte, che potrebbe aver “ucciso” la ragazza di Milano, spesso accade che alcune persone sviluppino particolare sensibilità alla caseina, una proteina che si trova nella parte solida del latte, ma in ogni caso chi è allergico deve evitare tutti i prodotti lattiero-caseari come formaggio, ricotta, yogurt e chi più ne ha più ne metta.
A questo punto, però, una domanda sorge spontanea: esattamente cosa accade all’organismo se viene a contatto con l’alimento che vede come “pericoloso”? In sostanza, inizia a reagire – la risposta di cui parlavamo prima – generando un maggiore numero di anticorpi IgE. Questi a loro volta determinano una produzione, da parte del sistema immunitario, dell’istamina, che a sua volta causa l’infiammazione delle membrane mucose.
A quel punto i sintomi si manifestano. Ma quali? Dipende. Nel senso che anche in questo caso ci vuole “fortuna”: c’è chi ha sintomi gastrointestinali (quindi nausea, vomito, diarrea e così via), chi cutanei (come ad esempio orticaria, gonfiore, prurito) e chi può addirittura avere uno shock anafilattico. Quest’ultimo può essere fatale, come è successo alla ventenne lombarda cioè.
Il discorso, però, è che nel suo caso tutto questo si poteva evitare eccome: bastava prestare più attenzione agli ingredienti presenti nel (presunto) tiramisù vegano che ha ingerito.
Una settimana di coma e poi la morte: questo è il destino toccato a una ventenne che, dopo aver mangiato un tiramisù che prometteva di essere vegano e della maionese che non avrebbe dovuto contenere tracce di uovo, si è sentita male. Era il 26 gennaio, la ragazza era a cena con il fidanzato in un ristorante del capoluogo lombardo. Sembrava una serata come tante, una cena a lume di candela tra innamorati, una location di tutto rispetto. Poi è arrivato il momento del dolce, una prassi potremmo pensare, e invece quello è stato letteralmente l’inizio della fine.
Sì, perché la ventenne consapevolmente ha mangiato un tiramisù vegano, chiamato Tiramisun, e prodotto a marchio Mascherpa dalla Glg (il cui stabilimento si trova ad Assago), convinta che non potesse contenere tracce di latte e un panino con della maionese, convinta allo stesso modo che non potesse contenere tracce di uovo. “Avranno fatto i dovuti controlli prima di metterlo in commercio”, avrà pensato, come tutti. E invece no: la giovane si è sentita male subito dopo averle ingerite, segno che qualcosa sia andato necessariamente storto. Alla fine è stata trasportata al San Raffaele e, dopo circa dieci giorni di coma, è morta ieri.
E infatti, non a caso, proprio oggi, il giorno dopo il decesso, il tiramisù vegano è stato ritirato oggi dal mercato dal Ministero della Salute. Il motivo è il “rischio di presenza di allergeni”: pare, infatti, che contenga delle proteine del latte non indicate sull’etichetta. Nel frattempo, in ogni caso, la procura, sotto richiesta del pm Luca Gaglio, ha effettuato il fermo amministrativo su sette vasetti trovati nel locale, ha aperto un fascicolo a carico di ignoti (l’accusa è omicidio colposo) e ha disposto l’autopsia della giovane, che mostrerà quindi le cause precise del decesso.
A quanto pare, sull’etichetta non è segnalata alcuna traccia ipotetica di latte – rilevata, invece, da un’analisi qualitativa effettuata dai Nas – e questo esclude ogni responsabilità del locale.
A questo poi si aggiunge anche un altro dato: le analisi dell’Ats hanno trovato tracce di uovo nella maionese presente nel panino della vittima. Questa, però, era stata prodotta dallo stesso locale, quindi adesso è necessario indagare per capire cosa sia successo davvero e cosa abbia condotto la ventenne allo shock anafilattico e poi alla morte, perché qualora fosse stata la maionese a determinare il suo malessere, verosimilmente anche il locale potrebbe pagarne le conseguenze.
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