Era un’altra stagione, amore mio: in libreria il romanzo del critico letterario Giovanni Pacchiano

Lo è un’avvenente ragazza di buona famiglia che ammalia qualunque uomo le si ritrovi di fronte, spigliata, già donna e trasgressiva al punto di lavorare presso la casa chiusa più chic di Milano; Berto è un insegnante appena trentenne, un po’ emaciato, timido, premuroso con gli studenti e appassionato quando si parla di politica, rigorosamente senza un soldo. Due persone all’apparenza del tutto diverse, lontane, senza legami: eppure, è proprio questo compensarsi a vicenda, il sogno della protezione e della dolcezza che lui regala a lei e viceversa la ventata di giovinezza rivoluzionaria che lei trasmette a lui, a stringerli in un amore che durerà per una vita intera.

Giovanni Pacchiano, insegnante e critico letterario milanese, consegna alle stampe della Piemme un romanzo denso di quasi 500 pagine, lungo le quali si sviluppa una relazione lasciata a metà e poi ripresa, a distanza di molti anni. Uno di quegli amori per sempre che si trascinano nelle vicende dell’esistenza e non smettono mai di bussare alla porta, proprio per il fatto di non essere stati consumati quando era il momento giusto. Tuttavia, non è soltanto l’infinita e irrisolta relazione amorosa tra Lo e Berto a intessere il libro di Pacchiano: accanto al filo conduttore della storia principale, prende forma infatti un microcosmo di personaggi tanto particolareggiati quanto reali: la famiglia di Lo, il fratello psicoanalista e la migliore amica Vicky, affascinante quanto lei; i vari fidanzati – molti dei quali piuttosto pittoreschi – che si danno il cambio nell’affollato tempo libero di Lo; i clienti di via Spiga gestiti dalla misteriosa Elsa; la moglie di Berto, Anna, che un bel giorno sparirà nel nulla, senza lasciare alcuna traccia dietro di sé.

C’è però anche un altro aspetto che l’autore non dimentica di far emergere dalle pagine del romanzo, ed è l’ambientazione di quell’Italia – Milano, per la precisione – dagli anni Settanta in poi, quando ancora la politica giocava un ruolo predominante nella vita dei licei e delle università, gli studenti si raggruppavano in movimenti politicizzati e le faccende dello Stato erano tema di discussione ai tavoli delle osterie. Oggi di quel fervore politico che caratterizzò una certa generazione è rimasto ben poco, mentre allora i nomi di chi era al Governo comparivano sulla bocca di tutti, tanto da essere parte integrante delle scelte di vita delle singole persone. Come quella di Berto e della moglie Anna, che all’incertezza dell’Italia preferiscono la tranquillità economica e sociale della Francia, intanto che da noi esplodono le bombe nelle piazze.

Non è neppure un caso se il padre della protagonista è un professore universitario, come pure l’eterno indeciso e sfuggente Berto: è dalle loro parole, soprattutto, che escono le molte citazioni letterarie, cinematografiche e musicali inserite qua e là tra le pagine, a “tradire” un certo amore dell’autore per la Cultura con la C maiuscola.

Collaboratore de “Il Globo”, “L’Europeo”, “Il Giornale”, “Corriere della Sera” e “Il Sole 24 ore”, con una rubrica letteraria su Radio Città Futura, Giovanni Pacchiano ha già pubblicato diversi libri di livello, tra cui una monografia su Renato Serra e un carteggio foscoliano, un pamphlet satirico e un primo romanzo. Questa volta lascia libera la fantasia sul tema dei sentimenti e dell’amore, analizzando le relazioni umane in una Milano molto diversa da quella a cui siamo abituati oggi, ma di cui forse in molti si ricorderanno ancora.

Informazioni utili: www.edizpiemme.it.

Impostazioni privacy