[didascalia fornitore=”ansa”]Miguel Castillo sui banchi universitari a Valencia[/didascalia]
A 81 anni è pronto a diventare lo studente più anziano mai partito per l’Erasmus, per dimostrare a se stesso e a tutti che nulla è impossibile e che c’è sempre tempo per vivere le proprie passioni. La storia di Miguel Castillo, notaio di Valencia classe 1937, sta facendo il giro d’Europa anche sui media: l’arzillo vecchietto è infatti atteso a Verona dove continuerà a studiare Storia, la facoltà a cui si è iscritto in terra natia, segnando così un nuovo primato per il programma di scambio culturale europeo. Come ha raccontato ai media iberici e italiani, la decisione è nata dopo aver subìto l’operazione al cuore con ben 4 by-pass cardiaci: da allora, non solo si è iscritto all’Università ma ha deciso di vivere la vita fino in fondo, senza mai negarsi qualcosa solo per l’età.
In un’intervista concessa a La Stampa, Miguel racconta cosa lo ha spinto a fare la valigia e partire per l’Italia come studente Erasmus. “Sentivo i ragazzi in aula che parlavano di questo Erasmus, mi sono documentato e ho capito che faceva per me. Sono curioso di vivere un po’ di tempo fuori da casa”.
Per lui, lo studio è sempre stato importante. Figlio di contadini, si è diplomato con una borsa di studio, continuando fino all’università tra mille difficoltà a causa del suo impegno contro la dittatura franchista. Col tempo e la testardaggine, Miguel si è laureato e ha intrapreso la carriera di notaio a Valencia.
Tutto scorre nella norma, anche la pensione, finché 10 anni fa ha un infarto. “Da allora ho capito che un pensionato non deve osservare i cantieri, ma vivere”, confessa al quotidiano torinese.
La scelta di iscriversi all’Università è naturale. Ha sempre avuto la passione per la storia e ora ha la possibilità di dedicarsi a quello che più gli piace. Certo, gli impegni familiari tra figli e nipoti non gli permettono di dare sempre gli esami in tempo ma Miguel non demorde e continua a studiare con passione.
I giovani della facoltà si affezionano a lui, lo chiamano “abu”, da abuelo, nonno in spagnolo, ma soprattutto lo stimolano e gli danno l’idea dell’Erasmus, spinto anche dal suo professore.
I figli sono preoccupati perché “non è una cosa da ragazzini”, ma Miguel ha dalla sua i sei nipoti, orgogliosi del nonno, che lo hanno aiutato e lo supportano in tutto.
La scelta cade sull’Italia e, nello specifico, su Verona, dove si recò decenni fa con la moglie per ascoltare Maria Callas all’Arena: appassionato di lirica, ha deciso di tornare nella città scaligera in compagnia della seconda moglie.
“Io vado per l’opera, ma molti vanno a divertirsi in altri modi”, dice quando gli chiedono se cederà alle feste e ai bagordi tipici dei soggiorni Erasmus. “Mia moglie, che ha 65 anni, è preoccupata: mi dice che teme di finire in un pigiama party. Io le ho detto di preparare la camicia da notte”.
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