L’ennesima inchiesta su tangenti , in questo caso riguardanti l’Alta Velocità e le Grandi Opere, Expo compresa, ha portato agli arresti tra gli altri Ercole Incalza, dirigente del Ministero dei Lavori Pubblici. L’indagine, partita dalla Procura di Firenze, ha portato al fermo anche del funzionario Sandro Pacella, collaboratore di Incalza, e degli imprenditori Stefano Perotti e Francesco Cavallo, rispettivamente presidente del Cda di Centostazioni Spa, società del gruppo Ferrovie dello Stato. Oltre 50 gli indagati, tra cui si sarebbero anche dei politici. Le accuse contestate sono corruzione, induzione indebita, turbata libertà degli incanti e altre violazioni relative alla pubblica amministrazione.
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L’ennesimo caso di corruzione e malaffare parte da Firenze: l’indagine, condotta dal procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, parte dalle operazioni riguardanti la Tav del capoluogo toscano e ha svelato una rete di rapporti tra imprenditoria e politica che andava a colpire le Grandi opere con una gestione illecita degli appalti in quella che i magistrati definiscono “articolato sistema corruttivo che coinvolgeva dirigenti pubblici, società aggiudicatarie degli appalti ed imprese esecutrici dei lavori”.
Al centro ci sarebbe Incalza, dirigente del ministero “potentissimo” secondo i magistrati e artefice principale del sistema in qualità di “dominus”: a capo della struttura tecnica ministeriale, per l’accusa, avrebbe organizzato la gestione degli appalti con il contributo diretto di Perotti a cui andava la direzione dei lavori appaltati.
Alcuni dettagli dell’inchiesta sono emersi dalla conferenza stampa organizzata dalla Procura e dai Ros. Il “totale degli appalti affidati a società legate a Perotti è di 25 milioni di euro”, ha specificato il procuratore, aggiungendo che “il Gip non ha comunque ritenuto che sussistessero gli elementi di gravità per contestare l’associazione per delinquere e l’ha rigettata”. Come spiegato dal comandante del Ros, Mario Parente, la gestione degli appalti così orchestrata permetteva modifiche “con costi delle opere che lievitavano anche del 40%”.
Chi è Ercole Incalza
Ingegnere, originario di Brindisi, Ercole Incalza arriva al ministero dei Lavori Pubblici nel 2001 come capo segretaria tecnica di Pietro Lunardi sotto il governo Berlusconi. Rimane nelle sue funzioni al ministero per quattordici anni, passando indenne al cambio di sette governi, da Antonio Di Pietro (governo Prodi), promosso capo struttura di missione da Altero Matteoli (ancora governo Berlusconi), confermato sotto Corrado Passera (governo Monti), e da Lupi sia con il governo Letta) sia con il governo Renzi. Fonti dell’esecutivo precisano che è andato in pensione nel dicembre 2014 e che attualmente non riveste nessun ruolo o funzione neanche a titolo gratuito.