Ergastolani evasi da un buco nel muro, ucciso uno dei ricercati

Sembra la storia di un film e invece è realtà, due ergastolani detenuti per aver ricevuto una condanna per omicidio sono evasi dal carcere di massima sicurezza nello stato di New York. Come? Facendo il classico buco nel muro della loro cella. La fuga dal Clinton Correctional Facility di Dannemora è stata scoperta in un consueto controllo da parte delle guardie alle 5:30 del mattino. Nei letti degli ergastolani vi erano solo dei manichini realizzati con lenzuola e magliette. E’ la prima volta che dei detenuti riescono a evadere da questa prigione da quando è stata aperta, nel 1865. La polizia ha arrestato Joyce Mitchell, 51 anni, un’impiegata che lavorava nella sartoria della prigione con l’accusa di avere aiutato i criminali. In seguito, la caccia all’uomo si è parzialmente conclusa dopo circa tre settimane ai confini con il Canada perché uno dei due ricercati è stato ucciso.

Venerdì 26 giugno nei pressi del lago Titus, non lontano dal confine canadese, è stato ucciso Richard Matt, 49 anni, mentre il suo complice risulta ancora in fuga. L’uomo è stato colpito durante la sparatoria con i poliziotti, che lo hanno rintracciato in una zona boschiva nella contea di Franklin, nello Stato di New York, dopo avere rilevato tracce dei fuggitivi in due rifugi usati dai cacciatori per passare la notte. In particolare, il Dna di Matt è stato trovato in una capanna a 16 chilometri di distanza dal punto in cui è stato ucciso. David Sweat, 35 anni, che ha ucciso un vicesceriffo, è ancora ricercato.

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Per le autorità la donna avrebbe fornito trapano e attrezzi poi usati dagli evasi per aprirsi un passaggio nelle celle. Joyce, secondo indiscrezioni, si era invaghita sia di Sweat che di Matt, diceva che la facevano sentire ”speciale”. La polizia sta comunque esaminando la posizione del marito di Joyce, perché forse sapeva qualcosa del piano di evasione.

Dal buco fatto nella cella con trapani elettrici e attrezzi pesanti, i due fuggitivi hanno imboccato poi una serie di tunnel fino ad emergere da un tombino all’esterno della struttura. Non si sa ancora chi abbia fornito tutto il materiale a Richard Matt, 48 anni, e David Sweat, di 34: ”Abbiamo più domande che risposte”, ha detto il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo. Il piano di fuga, ha aggiunto, ”era elaborato, sofisticato, prevedeva l’uso del trapano attraverso pareti e tubi di acciaio. Un’operazione davvero precisa”.

Le condanne
Matt è stato condannato ad un minimo di 25 anni di prigione, con la possibilità di estendere la pena fino all’ergastolo, per aver rapito un uomo e averlo poi picchiato a morte. Sweat è stato condannato al carcere a vita senza possibilità di libertà vigilata per aver ucciso un poliziotto.

Alla ricerca dei due evasi sono stati impiegati oltre mille agenti di polizia, sia dello stato sia federali, che hanno utilizzato anche tre elicotteri e cani. E la polizia aveva già avvertito la popolazione: ”Attenzione, sono pericolosi”.

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