Ergastolo Benno Neumair, la sorella Madè: “Nessuna vittoria”

Ieri i giudici hanno confermato la condanna all’ergastolo nei confronti di Benno Neumair, il giovane che uccise i genitori Laura e Peter.

Madè Neumair
Madè Neumair – Nanopress.it

Vittima ancora in vita di questa vicenda è la sorella Madè che, da quel tragico giorno del 4 gennaio del 2021, chiede giustizia per i propri genitori. Sebbene il suo cuore sia colmo di dolore per un fratello che ha sempre avuto un carattere problematico e, si pensava, anche forti problemi psichiatrici che avessero spinto le azioni di quel giorno, non ha mai smesso di voler dar voce alla morte ingiusta dei suoi genitori.

Ergastolo per Benno Neumair

Madè Neumair è un affermato chirurgo che lavora all’estero, lontano dalla casa di Bolzano dove nel 2021 il fratello uccise i genitori Laura Perselli e Peter Neumair per poi gettare i cadaveri nel fiume Adige.

Interrogato più volte, inizialmente riferì addirittura di non ricordare nulla in merito a quel giorno, ma poi la verità è venuta fuori cruda e dolorosa, pesante come un macigno per i familiari che non sanno darsi pace per la furia di Benno.

Vittima ancora in vita di questa tragedia è proprio Madè, che oltre al fatto vero e proprio ha dovuto affrontare nelle varie udienze, a cui non è mai mancata, la vista e l’ascolto di un fratello che sembrava freddo e inespressivo, come distaccato da tutto ciò.

Allo stesso modo lo aveva descritto anche la zia, sorella della madre, che poco prima dell’omicidio lo aveva incrociato ed era rimasta colpita proprio dal suo sguardo, giudicato “al pari di quello di un killer“. Triste presagio di quello che poi è avvenuto, anche se ovviamente la donna non poteva sapere che di lì a poco si sarebbe consumata la tragedia.

Giovane laureato in scienze motorie e supplente di matematica, Benno aveva inizialmente denunciato la scomparsa del padre e della madre, rispettivamente di 63 e 68 anni. In seguito, le indagini dei Carabinieri portarono alla luce tracce del ragazzo nell’abitazione della coppia e bottiglie di prodotti utilizzati per ripulire la scena del crimine. Il 22 gennaio gli agenti trovarono tracce del suo sangue e dopo settimana in cui Benno si dichiarò innocente, confessò di essere lui l’autore. I due cadaveri furono ritrovati rispettivamente il 6 febbraio e il 27 aprile dello stesso anno, entrambi in diverse parti dell’Adige.

Laura e Peter
Laura e Peter – Nanopress.it

Secondo le ricostruzioni, quel giorno il ragazzo si recò a casa dei genitori e uccise il padre, in seguito si scagliò contro la madre che stava rientrando a casa ed era diventata così una scomoda testimone.

Madè Neumair

La sorella Madè fu la prima a denunciare alle forze dell’ordine che qualcosa non andava, dal momento che non riusciva a mettersi in contatto con la famiglia. L’unico che rispondeva alle sue telefonate era Benno ma le era sembrato molto strano ed evasivo quando gli chiedeva notizie dei genitori.

Così allertò i carabinieri, così per non destare sospetti, Benno dichiarò la scomparsa di Peter e Laura ma quello che sembrava un allontanamento volontario è diventato un caso di omicidio.

Benno venne arrestato con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. L’omicida rivelò che aveva litigato con il padre per motivi di soldi così prese una corda e lo strangolò per farlo tacere. Poi uccise la madre e quindi gettò i corpi nel fiume.

Dopo mesi in cui si sono susseguite 20 udienze che hanno dato voce a circa 100 testimoni, ieri la condanna dell’ergastolo è stata confermata e la prima ad essere intervistata dopo la sentenza è stata Madè, la quale ha affermato

“non ha vinto nessuno, non è un traguardo. è la fine di un capitolo molto doloroso e io volevo dare voce ai miei genitori e penso di esserci riuscita”.

I giudici hanno accolto le richieste dell’accusa e inflitto quindi al giovane il massimo della pena. Per quanto riguarda l’occultamento di cadavere, Benno è stato condannato a 3 anni e quindi la pena finale è l’ergastolo con un anno di isolamento diurno e l’interdizione dai pubblici uffici.

A suo carico anche una provvisionale alle parti civili: 200mila euro a Madè e 80mila euro alla zia Carla, sorella della madre.

“non avrei mai pensato di riuscire ad affrontare questo processo, è stato molto doloroso veder condannare mio fratello e ancor più terribile accettare quello che ha fatto. nessuno mi ridarà i miei genitori però è finita una buona parte di questo brutto incubo”.

Queste le parole addolorate di Madè e dopo la lettura della sentenza, anche la zia Carla si è soffermata con i giornalisti, dichiarando che la scelta è stata logica e razionale:

“la verità è la verità, non si può nascondere. il mio pensiero va a mia sorella, ogni tanto mi chiedo cosa avesse fatto se fosse sopravvissuta e avesse trovato il corpo del marito senza vita. sarebbe andata di certo fino in fondo, poi si sarebbe ammalata e morta di dolore”.

Secondo i giudici, Benno sarebbe seminfermo di mente ma al momento dei fatti, innescati probabilmente dalla lite con Peter, sapeva cosa stava facendo.

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