Ci sono errori arbitrali solo in serie A? I club più blasonati sono i più “tutelati” solo nel Belpaese? Non è così. Il Barcellona? Ha vinto contro l’Atletico Madrid in Coppa del Re perché è tutelata dagli arbitri. Il Chelsea? Vola in Premier League perché i direttori di gara inglesi la proteggono. E la prova è il gol di Marcos Alonso dopo aver commesso fallo su Bellerin nel derby con l’Arsenal. Il Paris Saint Germain? Nella lotta serrata per il titolo con Monaco e Nizza è naturalmente la favorita dal sistema.
E adesso chi glielo dice ai nostri polemisti che non è solo l’Italia il Paese dove ogni weekend va in scena la caccia alle streghe (nella fattispecie, gli arbitri). Dove, secondo interisti, napoletani e romanisti in particolare, la Juventus vince perché è scortata da Rizzoli & Co. L’ultimo esempio è recente, il derby d’Italia contro l’Inter. I bianconeri vincono 1-0, ma il dopopartita è pieno di parole sul presunto rigore (anzi, due) a favore dei nerazzurri. La prodezza di Cuadrado passa in secondo piano, naturalmente. E a distanza di tre giorni, ancora si discute.
Andate a guardare ‘Marca’ online oggi, quotidiano sportivo della capitale spagnola, Madrid. In prima pagina ci sono i favori per il Barça, che pure con l’Atletico Madrid ha finito in 9 e che rischia di perdere Luis Suarez per la finale. Poi, vabbè, che di solito sia proprio il Real Madrid a godere di presunti favori fa parte della cultura del sospetto, che fa di tutto il mondo un immenso paesello. Naturalmente, lo stesso Diego Simeone, allenatore dell’Atletico Madrid, ai microfoni non fa niente per non accodarsi alle polemiche.
Sospetti o sudditanza psicologica? L’eterno dilemma. Gli sconfitti sono quelli che parlano sempre. In Italia, ma anche in Spagna, in Francia, in Germania e in Inghilterra. Sì, persino oltremanica, dove a Conte viene chiesto del fallo di Alonso in conferenza stampa. E lui che fa? Replica così: “In Inghilterra non mi aspetto domande di questo tipo”. Il reporter insiste: “E in Italia?”. E Antonio sorride: “Maybe, Maybe”. Già, lui è scappato dall’Italia anche perché stanco dell’accerchiamento mediatico alla Juve. E ora, al Chelsea, si ritrova con gli stessi problemi?
Non sarà che chi vince fa semplicemente invidia? Non sarà che chi insegue spera così di destabilizzare l’ambiente, il famoso Palazzo? Spesso è l’unica arma per sognare la rimonta. Oppure è l’alibi perfetto da dare in pasto ai propri tifosi: non vinciamo perché non vogliono. Non perché siamo meno forti e organizzati. Poi, intendiamoci, la sudditanza psicologica ci può essere. Ma non quando si affrontano due grandi. Lì sono soltanto chiacchiere, giustificazioni, tentativi di sviare l’impotenza sul campo. Si dice che chi vince ha sempre ragione. Ma il calcio è un campo a parte, si sa.