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Esiste davvero il baby brain, di cui secondo Meghan Markle avrebbe sofferto Kate Middleton?

Da tempo ormai tutto il mondo parla di una storia che avrebbe coinvolto Meghan Markle e Kate Middleton: pare, infatti, che la prima avrebbe accusato la seconda di essere stata affetta da baby brain dopo la sua terza gravidanza nel 2018, poco prima cioè del suo matrimonio con Harry. Ovviamente quest’ultimo ha parlato di questo episodio anche nel suo libro, Spare – Il minore e ha gentilmente fornito la sua versione dei fatti anche di questa vicenda. La domanda però che sorge spontanea è una: esiste davvero il baby brain?  

Kate Middleton e Meghan Markle – Nanopress.it

Kate Middleton avrebbe sofferto di baby brain dopo la nascita di Louis, il suo terzogenito. Così pare, anzi così ha detto la sua (non di certo amatissima) cognata Meghan Markle. Pare che questo episodio non abbia fatto altro che incrementare ancora di più la spaccatura tra le due donne, già iniziata con l’episodio del lipgloss e resa ancora più profonda da quello dell’abito da damigella di Charlotte al matrimonio degli zii (ma di questo parleremo dopo). La domanda però oggi è: esiste il baby brain e, se sì, di cosa si tratta esattamente? Ecco finalmente la risposta.

Kate Middleton e il baby brain

Il libro di Harry, Spare – Il minore è una fonte inesauribile di aneddoti, che riguardano non solo lui in prima persona – con tanto di rapporti più che turbolenti con il padre, Carlo, e il fratello, William – ma anche sua moglie Meghan Markle e la sua unica cognata, Kate Middleton. Il rapporto tra queste ultime, in particolare, sembra essere assai complesso: inizialmente sembrava che le due fossero diventate amiche (si dice anche che i principi del Galles fossero fan scatenati di Suits, la serie tv che ha reso celebre praticamente in tutto il mondo l’attrice e che quindi inizialmente fossero rimasti sorpresi sapendo che proprio lei era la fidanzata di Harry), salvo poi scoprire che la verità è molto lontana dall’immaginario. E ormai sappiamo che quando si parla di Royal Family è sempre così, dobbiamo rassegnarci.

Tra i millemila aneddoti che riguardano le due donne, così lontane tra loro già a prima vista, ce n’è in particolare uno che ha fatto il giro del mondo. Il 2018 per entrambe le coppie – che ormai sembrano essere quasi fazioni contrapposte – è stato un anno assai importante. William e Kate hanno dato alla luce il loro terzogenito, Loius, mentre Harry e Meghan sono convolati a nozze solo poche settimane dopo. Fin qui, tutto benissimo, se non fosse che la leggenda (e anche Spare) narra che, dopo la nascita del bambino, la Principessa del Galles abbia avuto non pochi vuoti di memoria e dimenticanze e che quindi l’ex attrice le abbia detto: “Sei vittima di baby brain”, scatenando la sua ira funesta.

A questo episodio seguì quello che potremmo definire ormai quasi “l’abito da damigella gate”, considerata la portata che ha avuto e che ancora oggi ha. Di questa vicenda sono state raccontate diverse versioni: l’ultima appare (ovviamente) nel libro scritto da Harry.

Come si legge, infatti, pare che pochi giorni prima del suo matrimonio con Meghan – già stressata per le nozze e per le continue accuse del padre – Kate Middleton le abbia detto che l’abito da damigella scelto per la figlia Charlotte non andava bene e che addirittura la bambina sarebbe scoppiata in lacrime quando lo aveva provato. L’inconveniente a quanto pare era stato già previsto, considerando che tutti i vestitini erano stati cuciti a mano solo in base alle misure, ma non erano mai stati provati dalle bambine. Ecco che quindi l’ex attrice avrebbe chiesto alla cognata di portare la figlia dal sarto a Kensington, come avrebbero fatto in sostanza tutte le altre mamme, ma la Middleton avrebbe continuato a insistere, sostenendo che la scelta più giusta sarebbe stata rifare completamente tutti gli abiti. Come racconta il Duca di Sussex, un giorno tornò a casa e vide la sua allora fidanzata a terra in lacrime.

Questo episodio, però, fu solo una parentesi, perché ormai l’astio tra Kate e Meghan era già nato in seguito all’episodio del lipgloss. Per chi non lo sapesse, pare che la seconda lo avesse dimenticato e avesse chiesto alla prima di prestarglielo e lei l’avesse guardata per questo motivo quasi disgustata. Ma in realtà pare che la goccia che fece traboccare il vaso fu proprio quello del cosiddetto baby brain, tanto importante da meritare un incontro apposito tra i quattro, organizzato poche settimane dopo il matrimonio reale a Kensington Palace al fine di potersi riappacificare.

Quel giorno, però, la Middleton si sarebbe limitata a dire alla cognata, a quanto pare visibilmente arrabbiata: “Non siamo vicine abbastanza perché tu possa parlare dei miei ormoni”. La Markle, dal canto suo, avrebbe affermato che quella altro non era che una prova tangibile della differenza culturale tra USA e Gran Bretagna. “Alle mie amiche americane avrei detto la stessa cosa”, così si era giustificata l’ex attrice, che però non avrebbe trovato grande riscontro da parte di Kate. Sempre stando a Spare, inoltre, l’incontro non finì benissimo: pare, infatti, che William, per difendere sua moglie, abbia puntato a sua volta il dito contro Meghan, causando un’ulteriore discussione.

Baby brain – Nanopress.it

Detto ciò, da questo racconto è emersa una crescente attenzione verso il cosiddetto baby brain appunto: esiste davvero? Ecco la risposta.

Ecco la verità su questo fenomeno

Partiamo subito dicendo che sì, il baby brain esiste eccome. Con questa espressione si identificano in pratica le dimenticanze e le distrazioni che spesso compaiono durante la maternità. Pare, infatti, che 4 donne su 5 abbiano un deficit della memoria e delle capacità cognitive, sia durante che dopo la gravidanza. Quello che però sappiamo ad oggi è che gli effetti – che sono comunque di lieve entità, dobbiamo precisarlo – non sono facili da misurare.

Nel corso degli anni sono stati condotti diversi studi su questo tema e tutti portano alla stessa conclusione: questo non è un vero e proprio disturbo. Trattasi di una riorganizzazione che avviene nel cervello delle neomamme, che nasce spontaneamente al fine di poter permettere loro di concentrare le sue risorse mentili su tutte le attività utili a tutelare il bambino.

Come ha affermato l’ostetrica Alessandra Bellasio, ostetrica e divulgatrice sanitaria di Unimamma.it: “La gravidanza è un periodo di cambiamenti fisiologici e fisici consistenti, durante il quale il volume del sangue, i livelli ormonali, l’assorbimento delle sostanze nutritive e altre funzioni crescono nella donna in modo rilevante. (…) Diversi studi hanno dimostrato che questa condizione produce cambiamenti notevoli nella struttura del cervello umano, soprattutto nelle primipare (donne alla prima gravidanza, ndr), con effetti che durano per almeno due anni o più a lungo nelle donne che allattano per periodi più prolungati”.

Tradotto, è come se il cervello delle donne cambiasse per potersi concentrare sul figlio e su tutto ciò che riguarda lui e il suo mondo e che quindi, per poter fare fronte a questo cambiamento, “accantonasse” alcuni piccoli pezzi di vita vissuta prima del suo arrivo. Da lì, una serie di dimenticanze, che potrebbero sembrare semplicemente disattenzioni, ma che in realtà nascondono appunto queste modifiche essenziali affinché la donna possa svolgere il suo nuovo ruolo di madre.

La stessa Bellasio, infatti, ha anche aggiunto: “La ragione di queste modifiche strutturali potrebbe essere spiegata con la necessità di promuovere cambiamenti a livello comportamentale nella madre per aiutarla ad accogliere e proteggere il bambino”. Sia chiaro però: “Il fatto che il cervello della donna si modifichi temporaneamente da un punto di vista neurologico, per accogliere ed assecondare la gravidanza e la maternità, non corrisponde a una compromissione delle sue competenze. Al contrario: oggi sappiamo che la natura interviene per agevolare la riproduzione”.

Ecco perché il baby brain non può essere affatto definito un disturbo, anzi: è semplicemente una “modalità attraverso la quale il corpo umano si adatta alla creazione di una nuova vita”.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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