[didascalia fornitore=”ansa”]Vigili del Fuoco al lavoro al gasdotto di Baumgarten dopo l’esplosione[/didascalia]
È ripartita la fornitura di gas dalla Russia in Italia dopo l’esplosione del gasdotto in Austria, a Baumgarten an der March, una cinquantina di chilometri a nord-est di Vienna. “Gli stoccaggi sono stati intaccati in minima parte e hanno consentito di riequilibrare la situazione ma questo dimostra che c’è un grande problema di sicurezza degli approvvigionamenti e bisogna aprire nuove rotte per il gas”, ha dichiarato il ministro Carlo Calenda, intervenendo al TG1 nella serata di martedì 12 dicembre e confermando che “abbiamo riserve per andare avanti 5-6 giorni in caso di chiusura totale delle forniture”. Rassicurazioni anche da parte di Snam. “Le tre linee del TAG, il gasdotto che porta il gas russo in Italia, non sono state impattate. Il sistema gas italiano è tra i più sicuri al mondo grazie alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, all’ampia disponibilità di stoccaggio e ai piani di emergenza elaborati dal MISE, molto apprezzati in Europa”, ha dichiarato il Ceo di Snam, Marco Alverà.
L’esplosione ha causanto almeno un morto e numerosi feriti. Il quotidiano der Standard parla di 60 feriti, mentre per la Croce Rossa sarebbero 18. Ancora non sono chiare le cause dello scoppio: sul posto stanno lavorando vigili del Fuoco, ambulanze, elicotteri e le forze dell’ordine. Nelle prime ore a seguito dello scoppio era stata interrotta la fornitura di gas dalla Russia in Italia e il Mise ha proclamato lo stato di emergenza. L’impianto di Baumgarten è gestito dalla Gas Connect Austria e vi transita il 10% della domanda europea di gas russo: in particolare, l’impianto austriaco riguarda il Tag (Trans Austria Gas Pipeline) che arriva a Tarvisio, in Friuli, e che garantisce circa il 30% del fabbisogno italiano di gas.
Con la conferma dello stop delle forniture dalla Russia, in base al Regolamento europeo e al Piano di emergenza nazionale, il Ministero dello Sviluppo Economico ha dichiarato lo stato di emergenza anche se la fornitura è garantita dagli stoccaggi, come conferma il Mise e la rete Snam. Il Ministero, fa sapere in una nota monitora costantemente la situazione in contatto con gli operatori interessati al fine di “verificare i tempi necessari per la ripresa dei flussi”.
Le forniture “potrebbero riprendere già nella giornata di oggi, se venissero confermate le prime indicazioni sull’assenza di danni alle infrastrutture di trasporto”, spiega Snam in una nota. La sicurezza del sistema italiano, conclude, è “garantita dagli stoccaggi messi a disposizione da Snam”.
Il portavoce di Gas Connect, la società che opera nel terminal austriaco, ha chiarito che in seguito all’esplosione nell’est dell’Austria, al confine con la Slovacchia, potrebbero esserci riduzioni nelle forniture a Italia e Croazia, precisando che l’incidente non avrà invece conseguenze sulle forniture in arrivo all’Austria dalla Russia.
L’hub – che smista le forniture in diversi Paesi europei – riceve circa 40 milioni di metri cubi di gas per anno. All’impianto “c’è stato un serio danno”, ha detto Armin Teichert, secondo cui al momento non sono chiare le cause dell’esplosione. Dal canto suo, la russa Gazprom ha fatto sapere che sta lavorando per reindirizzare i flussi di gas verso altri terminal e ha garantito che “sta facendo tutto il possibile per assicurare che non ci siano interruzioni nelle forniture”.
Nessun problema dunque per l’Italia, stretta nella morsa del gelo in questi giorni e con le previsioni che danno temperature in calo per la prossima settimana. “La fornitura di gas ai consumatori italiani è comunque assicurata in quanto la mancata importazione viene coperta da una maggiore erogazione di gas dagli stoccaggi nazionali di gas in sotterraneo”, conclude la nota del Mise.
La vicenda ha portato a galla l’annosa questione della fornitura di gas dall’estero, tema caro al ministro Carlo Calenda che ha evidenziato l’importanza del Tap, il gasdotto Trans-adriatico, come alternativa: il percorso è infatti diverso e porterebbe in Italia il gas naturale proveniente dall’area del Mar Caspio, in particolare dall’Azerbaigian.
“Oggi c’è stato un incidente serio sul gas in Austria, vuol dire che abbiamo un problema serio di forniture, con una grande concentrazione di forniture dalla Russia. Il gasdotto Tap serve a questo: se avessimo il Tap non dovremmo dichiarare, come faremo oggi, lo stato d’emergenza”, ha dichiarato a margine della presentazione di un libro.
Il Tap è un’opera contestata da molti sindaci, ambientalisti e intellettuali perché, dopo Grecia e Albania, approderebbe sulle coste italiane in provincia di Lecce, nell’area di Melendugno.