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L’attentato a San Pietroburgo era da tempo nei progetti dei terroristi dell’Isis. Un anno fa, nel febbraio 2016, sette presunti jihadisti legati allo Stato Islamico erano stati infatti arrestati dai servizi segreti russi, con l’accusa di stare preparando un attentato a San Pietroburgo, a Mosca e negli Urali.
Secondo i servizi segreti, il gruppo era diretto da un terrorista dell’Isis arrivato dalla Turchia. I sette, arrestati a Iekaterinburg, erano provenienti dalla Russia ma anche da paesi dell’Asia centrale. Avevano in mente di recarsi in Siria, per combattere al fianco dello Stato Islamico, dopo aver compiuto l’attentato a San Pietroburgo o a Mosca. «Attacchi terroristici di alto profilo mediante ordigni esplosivi fai da te», spiegarono gli agenti.
L’attentato a San Pietroburgo di oggi, con due esplosioni in metro, non è stato ancora rivendicato ma è molto probabile che sia opera del Califfato. La Russia, infatti, è uno dei paesi a rischio attentato da quando combatte militarmente l’Isis in Siria.