Negli ultimi anni, anche in Italia, sta prendendo sempre più piede il fenomeno “eSports”. Soprattutto negli ultimi due anni questo nuovo mercato è riuscito letteralmente a esplodere anche nel Belpaese, unico territorio considerato ancora inesplorato da questa vera e propria rivoluzione. Ma di cosa si tratta quando si parla di eSports e come funzionano?
Come il calcio, ma su schermo
Dota 2, League of Legends e Counter Strike. Nomi non sconosciuti ai più come anche la definizione di eSport: si tratta, in poche parole, di vere e proprie competizioni tra giocatori online, che però invece di sfidarsi con una racchetta, con un pallone o con un pallone da basket, utilizzano come “mezzo” delle loro sfide, un semplice pad (o un mouse e una tastiera) sfruttando il mondo virtuale e la possibilità di sfidarsi da remoto. Il fenomeno è partito dai paesi asiatici – i primi a investire ingenti somme di denaro in questo settore – e anno dopo anno ha finito per conquistare anche il resto del mondo. Basti pensare che la finale 2018 di uno dei videogiochi più giocati al mondo, League of Legends, si è svolta in un vero e proprio stadio reale, il Bejing National Stadium di Pechino. Ma non è questo dato più stupefacente, perché a farlo sono i numeri degli spettatori di tale competizione. Le Finals NBA del 2017, infatti, raggiunsero un totale di 20 milioni di spettatori; la finale cinese di League of Legends è arrivata a 73 milioni di spettatori. Per non parlare poi dei premi riservati ai vincitori. Il “The International” per esempio, ha raggiunto un montepremi astronomico: nel 2017 è stato di oltre 24 milioni di dollari, e tutto grazie al crowdfunding. In Italia, un po’ in ritardo rispetto alle altre nazioni, il fenomeno eSports è esploso circa un anno fa, e ora, grazie a un accordo tra EA, Konami e le rispettive leghe di Serie A e B, sono nate due competizioni virtuali: la eSerieA e la eSerieB. Le competizioni si svolgeranno proprio come un vero e proprio campionato: saranno infatti presenti i club del calcio vero, che ingaggiando dei veri e propri professionisti del joystick, si daranno battaglia anche su Fifa e Pro Evolution Soccer. Come il calcio, con la sola differenza che le sfide si disputeranno attraverso uno schermo.
Quando a investire sugli eSports sono i calciatori stessi
Quello che sta vivendo il settore degli eSports non è solo un momento di grande popolarità, ma anche di grossi investimenti. E spesso, a investire denaro in questo mondo che secondo le previsioni degli esperti non potrà che diventare sempre più grosso, sono proprio i calciatori. In Italia il team di videogiocatori professionisti denominato “Mkers” può contare sugli investimenti di Daniele De Rossi e Alessandro Florenzi; il team “AR13” è invece di proprietà di Alessio Romagnoli, difensore centrale del Milan mentre “Team Amelia”, come si evince dal nome, appartiene all’ex portiere Marco Amelia. Ma non mancano neanche le competizioni ispirate, lanciate e sponsorizzate dai calciatori stessi: negli ultimi mesi è nata infatti la Totti Championship League, una competizione virtuale ideata e sponsorizzata dall’ex numero dieci giallorosso. Insomma, il mondo degli eSports è appena all’inizio e il futuro sembra essere davvero radioso.