Continua a spopolare sul piccolo schermo il filone docu-fiction e così, nel prime time del giovedì di Rai Due, è approdato il nuovo programma prodotto da Stand By Me, in collaborazione con Rai Fiction: Coppie in attesa. Cosa significa diventare genitori oggi? Quali sono i sentimenti, i dubbi, le speranze, le difficoltà che, nell’epoca contemporanea, deve affrontare una coppia nei mesi in cui aspetta l’arrivo del proprio bambino? Sono queste le domande rispetto alle quali la nuova proposta di Rai Due fornisce spunti di riflessione.
Protagoniste del programma sono, per l’appunto, alcune coppie in attesa di un bebè: storie e realtà differenti. Ci sono, ad esempio, Pina e Francesco che diventano genitori in età non più giovanissima; Ruriko e Luca, coppia mista in cui si incrociano culture e caratteri molto diversi; Lucrezia che diventerà mamma a soli 16 anni e che vive un rapporto critico con il padre della sua bambina, Ugo. E ancora la fashion blogger Carola ed il marito Fabrizio, che diventano genitori della piccola Greta e poi Silvana e Michele che aspettano il loro ottavo figlio.
Un’ampia varietà di situazioni, dunque, in cui lo spettatore può eventualmente rispecchiarsi o con cui può confrontarsi. E forse proprio su questa varietà si poteva spingere un po’ di più l’acceleratore. La sensazione è che, talvolta, la narrazione del programma si fermi un po’ in superficie, senza riuscire ad entrare pienamente nelle peculiarità delle singole situazioni e, ancor prima, dei singoli individui, consentendo di instaurare un’empatia profonda con i personaggi. Quali sono le paure, le domande, ma anche i punti di forza che rendono unica ciascuna delle coppie presentate, in ragione della propria specifica situazione e del contesto in cui vivono? Questi elementi, almeno stando alle prime puntate, vengono senza dubbio accennati, ma non esplorati fino in fondo. Resta un po’ abbozzato, non sviluppato pienamente, quel potenziale di analisi sociale che potrebbe rendere il programma davvero interessante.
Nel complesso manca un po’ di sale a Coppie in attesa; l’editing rende il prodotto abbastanza “docu”, meno “fiction”, e questo potrebbe essere sicuramente un punto di forza se non fosse per il fatto che il programma tende, talvolta, a perdere ritmo e vivacità. L’esperimento docu-fiction di Rai Due riesce quindi in parte, a mio parere. La rete accoglie la sfida di aprirsi ad un genere fino ad ora poco sfruttato dalla tv italiana generalista, ampiamente consolidato invece nei canali tematici o semigeneralisti (si pensi a Real Time in primis). Lo fa, tuttavia, con un programma dalle premesse interessanti, ma che forse non riesce a soddisfare pienamente le aspettative, almeno per ora…
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