Un brutto attacco in Etiopia su Macallè ha colpito un asilo, dove sono stati uccisi diversi bambini: una tragedia denunciata dall’Unicef che conferma il bombardamento. Qual è la situazione al momento.
Il conflitto in Etiopia, chiamato “L’attacco del Tigray” iniziato lo scorso novembre 2020, continua e in queste ore l’Unicef ha condannato un bombardamento avvenuto proprio venerdì.
Un bombardamento atroce, che ha colpito un asilo pieno di bambini, uccidendone un numero molto alto e ferendone altri. Ecco qual è la situazione.
Arriva la oggi la denuncia dell’Unicef rispetto a un attacco tragico avvenuto lo scorso venerdì a Macallè, in Etiopia, capitale della regione ribelle del Tigray, dove da novembre 2020 è in corso tra i ribelli e le forze militari etiopi.
Il governo etiope aveva affermato che si trattava solo di obiettivi militari, ma in realtà l’Unicef denuncia il bombardamento di un asilo, dove sono morti anche dei bambini.
I bombardamenti sono partiti dalle forze aeree etiopi, che hanno attaccato la capitale di Macallè, colpendo un area residenziale e un asilo, come affermato anche da un portavoce del Fronte di Liberazione del popolo del Tigray, che sta combattendo contro le forze etiopi.
Le vittime accertate sono almeno quattro persone, tra cui due bambini, come comunicano le autorità sanitarie dell’Ospedale. Questo nuovo bombardamento, avvenuto tramite un raid aereo, arriva due giorni dopo la ripresa dei combattimenti tra il governo etiope e i ribelli del Tigrè.
Il governo federale, però, ha negato le accuse, dichiarando che gli obiettivi erano solo militari, mentre invece sono stati colpiti tantissimi civili.
Intanto, il portavoce del governo federale Legesse Tulu e il portavoce militare, il colonnello Getnet Adane, non hanno risposto alle domande relative al raid aereo.
Da mesi, lunghissimi mesi, in Etiopia settentrionale c’è un conflitto di cui il mondo non è propriamente a conoscenza, o meglio forse fa finta di non vedere.
Questo conflitto, tra i ribelli dei Tigray e le forze militari etiopi, ha provocato una fuga di massa di tantissime persone, tantissimi cittadini che hanno dovuto abbandonare le loro case e ogni giorno hanno paura per le proprie famiglie.
L’80% della popolazione purtroppo rischia di morire di fame, perché come comunicato dall’Onu i militari bloccano l’accesso alla zona per l’arrivo di aiuti e di cibo, necessario alla sopravvivenza.
Una situazione che degenera giorno dopo giorno, soprattutto a causa di questi bombardamenti tragici che devastano ancora di più la zona del Tigray e i suoi cittadini
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